Il rumore dei motori non c’è più. Quel continuo sottofondo di pneumatici che vanno, gli ammortizzatori che sobbalzano e i camion che rallentano prima di affrontare la rotatoria.
Quell’odore nauseante di gas di scarico che riempiva l’aria e i polmoni, le polveri sottili: invisibili nemici contro cui non c’è difesa e le case affacciate su code infinite, soprattutto la domenica sera quando i turisti, paonazzi per il sole, tornano verso le città. Tutto questo adesso non c’è più e la differenza, da Piantedo a Piagno, si vede soprattutto nei weekend. La vecchia statale 38 è semivuota, sembra di essere tornati indietro di mezzo secolo, quando a sfrecciare c’erano solo le auto dei signorotti, dei pochi che potevano permettersi la quattro ruote, al posto della bicicletta. La strettoia di Delebio, con i suoi marciapiedi stretti, lungo i quali si è obbligati a camminare in fila indiana, non fa più così paura. I pedoni attraversano con facilità, senza più doversi imporre sugli automobilisti, i veri padroni della strada, quasi sempre arroganti anche davanti alle strisce bianche e nere. «Direi che la situazione è migliorata sensibilmente - afferma Enrico Gottifredi, vigile urbano in servizio al comune di Delebio - durante la settimana il traffico si distribuisce tra il vecchio e il nuovo tracciato, allentando la presa sul centro abitato dove è evidente la minor presenza del traffico pesante. Durante i weekend, sparendo il traffico locale e i mezzi che si spostano per lavoro, la statale è ancora più vuota».
Molti negozi, uffici, ma anche la chiesa parrocchiale sono collocati lungo la vecchia 38, tanto che fra le cause che hanno portato al distacco di porzioni di affreschi dalle volte di San Carpoforo, c’erano anche le vibrazioni dei mezzi pesanti. «E adesso - aggiunge l’agente di polizia municipale - è più facile gestire il flusso d’auto anche quando ci sono i funerali». Delebio non dimentica i morti, le tante croci di cui è lastricata la 38. «Adesso è tutto più tranquillo - dice Diego Fistolera, delebiese e volontario della protezione civile - io credo che il centro del paese potrà ritornare vivibile, magari qualcuno sarà invogliato a restaurare i vecchi edifici che, per tanti anni sono rimasti semi abbandonati. Finalmente possiamo respirare».
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