Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 28 Luglio 2013
Del Simone e l’aumento Imu
«La colpa non datela a me»
Il sindaco: «Abituato a prendere responsabilità, ma stavolta no»
E accusa il governo per i tagli continui: «I servizi li mantengo»
«Mai avuto problemi ad assumermi le mie responsabilità. Ma la responsabilità della pressione fiscale, che sta angosciando i cittadini e la realtà economica, non si può far ricadere sul sindaco».
Parla il primo cittadino di Tirano, Pietro Del Simone, che dopo il marasma avvenuto in consiglio quando si è discusso di aumentare l’imposta municipale unica sulla seconda casa (salita allo 0,96 per cento con un maggior introito per le casse di 300mila euro), vuole spiegare il perché di questa decisione, allontanando le accuse del gruppo misto per il quale 300mila euro si sarebbero potuti reperire in altri modi (ad esempio con le multe per il telefonino alla guida o l’abbandono dei mozziconi di sigaretta per terra).
«La minoranza è capace di fare solo demagogia con argomenti insulsi - dice Del Simone -. Il fatto è che noi sindaci siamo diventati gli esattori dello Stato. Quest’anno il taglio dei trasferimenti dello Stato è di 500mila euro, cui si aggiungono altrettanti 500mila euro in meno sull’Imu. In tutto un milione di euro in meno. Siamo al collasso, non può un governo serio dare gli elementi dei trasferimenti a metà anno! Forse dovrei tagliare i servizi?». Una domanda che Del Simone scandisce bene, snocciolando le cifre dei servizi che, invece, il Comune continua a garantire sul territorio.
«Abbiamo mantenuto 450mila euro per il piano socio assistenziale che significa assistenza domiciliare, area dei minori, sostegno agli indigenti - afferma -. Vogliamo togliere tutto questo?». E snocciola gli interventi finanziari garantiti dal municipio.
«C’è poi il piano del diritto allo studio per 600mila euro fra tempo lungo o corto, mensa, sussidi che lo Stato non dà più alla scuola e per i quali interviene l’ente locale. Diamo ancora 130mila alle associazioni sportive e culturali, mentre per le manutenzioni degli immobili spendiamo 535mila euro. Dovremmo risparmiare su questo? Dovremmo vendere i patrimoni del Comune come aveva fatto il mio predecessore (Giordano Rossi, nda)? Dove ho potuto ho risparmiato come sulla contrattazione dei mutui o sulla spese corrente. Io stesso, quando sono nel mio ufficio, se possibile spengo la luce. Chiedo ai cittadini di sopportare ancora questa scelta che non potevo derogare». E conclude: «Il momento è difficile. Se non aumentiamo tasse, dobbiamo fare tagli sulla qualità della vita generale che riduce la città all’impoverimento». n
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