Cronaca / Valchiavenna
Venerdì 19 Luglio 2013
Crisi Frisia, è scontro
Chiesto il fallimento
Il proprietario ha fatto richiesta del concordato
L’ipotesi è che ci siano potenziali imprenditori
pronti a rilevare l’impresa - Il «no» dei lavoratori
L’azienda vuole il concordato preventivo, ma i sindacati preferiscono il fallimento. Intanto il tempo passa e i lavoratori aspettano gli stipendi che non hanno ancora ricevuto, con il rischio di dovere affrontare ulteriori inutili attese. Nel corso dell’udienza che si è tenuta ieri mattina al Tribunale Fallimentare di Sondrio per esaminare le istanze di fallimento a carico della Frisia Spa, la dirigenza aziendale ha depositato un’istanza di concordato preventivo sulla base dell’esistenza di potenziali e presunti acquirenti.
La richiesta
Questo strumento è una procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito o comunque per cercare di superare la crisi in cui versa l’impresa. I legali delle organizzazioni dei lavoratori hanno osservato con amarezza che con il “concordato in bianco” si esprime la volontà di presentare una proposta e un piano ai creditori, ma riservandosi di depositare i documenti e l’attestazione entro il termine che il Tribunale assegnerà. Si prevede un periodo di almeno sessanta giorni. Per ora, insomma, non si sa quali siano i piani della dirigenza aziendale e non ci sono certezze sull’esistenza di acquirenti. Il Tribunale di Sondrio, intanto, si è riservato la decisione.
Vista la situazione, la mossa della Frisia non lascia soddisfatti i sindacati che tutelano i diciassette lavoratori dell’azienda di acque minerali di Piuro. Cgil e Cisl – rappresentate da Laura Lanzini ed Enrico Dei Cas - hanno ribadito di «puntare sul fallimento per recuperare le spettanze dei lavoratori e ottenere un risanamento dell’azienda, finalizzato a un ripresa della produzione e alla salvaguardia dei posti di lavoro».
La situazione grave
«Abbiamo messo in evidenza la drammaticità della situazione degli impianti che necessitano di decisioni e deliberazioni tempestive del Tribunale per una migliore tutela dell’impianto e dei posti di lavoro», hanno aggiunto. A rappresentare la società non c’era il titolare Franco Capanna. In primavera non si era presentato per legittimo impedimento, ieri non c’era comunque.
Nessun commento
In aula erano presenti i legali dello studio Giuggioli di Milano. Dai lavoratori, per ora, non arrivano commenti, ma anche questo aspetto lascia perplesse molte delle persone che seguono la vicenda. Lunedì, come avviene dallo scorso inverno, ci sarà una nuova tappa del presidio. Con il trascorrere del tempo la situazione è sempre più sconfortante e le difficoltà economiche sono sempre più rilevanti.
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