Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 26 Ottobre 2014
Creval e Bps, prove superate
grazie agli aumenti di capitale
Non rispettavano le soglie fissate dalla Bce alla fine dello scorso anno, ma grazie alle misure già attuate nel corso del 2014 figurano nelle lista degli istituti che secondo la Banca d’Italia hanno oltrepassato l’asticella.
Pagelle bancarie, Popolare Sondrio e Credito Valtellinese superano la prova grazie alle misure di rafforzamento patrimoniale adottate nel primo semestre di quest’anno. Fanno infatti parte del gruppo delle banche italiane alle prese con un risultato a due facce: da una parte non risultavano avere i requisiti minimi per superare gli stress test decisi da Francoforte sulla base dei dati al 31 dicembre 2013; dall’altra, grazie alle remedial actions già attuate nel corso del 2014, figurano nelle lista degli istituti che secondo la Banca d’Italia hanno oltrepassato l’asticella.
Ma torniamo agli esami europei. Erano 25, di cui 9 italiane, le banche che non superavano le soglie fissate dalla Bce alla fine dello scorso anno, con carenze di capitale per 25 miliardi di euro, di cui 9,7 attribuibili alle banche italiane. Ma come detto sopra, nel corso del 2014 dodici di queste banche, tra cui le due valtellinesi, hanno aumentato il capitale per 15 miliardi di euro.
Anche in Italia, dunque, l’iniziale truppa di nove istituti si è assottigliata considerando le misure intraprese quest’anno: restano 4 banche, Bpm, Popolare di Vicenza, Mps e Carige, con esigenze di capitale che scendono a 3,3 miliardi. Il livello di analisi scende poi ancor più in profondità, questa volta grazie alle altre misure di rafforzamento messe in campo nel 2014 e considerate dalle Banche centrali nazionali, come ad esempio la cessione straordinaria di attivi. «Tenendo conto di queste misure le potenziali carenze si riducono da 3,3 a 2,9 miliardi - spiega ancora Via Nazionale - e interessano due banche: Banca Carige e Banca Monte dei Paschi di Siena, da tempo all’attenzione della Vigilanza. Tali carenze sono interamente riconducibili allo scenario avverso dello stress test».
Così si giunge alla stretta finale, che riguarda appunto solo questi due istituti. «L’ammontare è pari all’1,6 per cento del capitale di migliore qualità delle banche italiane e allo 0,2 per cento del Pil del nostro paese», spiega ancora Bankitalia. Per questi “shortfall” (ammanchi) di capitale, fanno da contraltare le eccedenze che registrano 13 gruppi bancari tricolori, in surplus rispetto alle soglie prefissate nel comprehensive assessment della Bce, per un totale di 25,5 miliardi.
Entro due settimane le banche che non hanno superato lo stress test della Bce dovranno presentare i piani per la ricapitalizzazione. E’ quanto informa la Bce. Cipro, Grecia, Portogallo e Italia sono i Paesi con le maggiori carenze di capitale evidenziate dagli stress test della Bce, con i primi due Paesi che staccano decisamente gli altri due collocandosi al di sopra del 4% in rapporto agli attivi soppesati per il rischio. Lo si legge nei grafici appena diffusi.
Nel complesso, secondo Bankitalia, «i dati confermano la solidità complessiva del sistema bancario italiano, nonostante i ripetuti shock subiti dall’economia italiana negli ultimi sei anni». Promosse a pieni voti in entrambe le prove sono le sei banche che rimangono, a partire dalle più grandi: Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mediobanca, Credem, Iccrea e Ubi.
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