Cronaca / Lecco città
Lunedì 19 Maggio 2014
Cresce l’export di Lecco in Bulgaria
«Un mercato con una solida tradizione»
La Bulgaria non è solo uno dei nuovi Eldorado della delocalizzazione per le circa mille imprese italiane già insediate, attratte dal basso costo del lavoro e dalle agevolazioni fiscali. E’ anche, secondo quanto spiegato in un convegno in Camera di Commercio a Milano, un mercato dove le pmi vanno a cercare nuove opportunità di business.
Un mercato dove Lecco si sta sempre più inserendo. Con una crescita del 46,4% delle esportazioni in Bulgaria dal 2012 al 2013 Lecco registra uno dei maggiori incrementi percentuali della Lombardia, dove pure l’export verso Sofia è cresciuto del 17% verso quello che si conferma per la regione come il primo mercato europeo di esportazione con un valore totale di mezzo miliardo di euro.
Per quanto riguarda i dati assoluti di Lecco, l’export 2013 è stato di 14,8 milioni di euro (3,2 milioni in più rispetto al 2012), a fronte di importazioni dalla Bulgaria pari a 11,6 milioni.
L’aumento dell’export ha dunque portato al 22,9% la crescita totale dell’interscambio, pari a 26,5 milioni di euro nel 2013.
«Già oggi – dice Marco Campanari, imprenditore lecchese e console onorario della Bulgaria – l’Italia è nel vertice dei partner commerciali europei della Bulgaria con un valore pari a 3,5 miliardi di euro l’anno. Ciò perchè – aggiunge – sempre più aziende stanno scoprendo che si tratta di un Paese serio, con una profonda tradizione industriale e manifatturiera, positivo come mercato di sbocco ma anche come area di subfornitura. Tutti aspetti colti anche da Unicredit Bulbank, primo gruppo bancario partner di molte imprese italiane con interessi in Bulgaria. In questi anni – conclude - ho visto in Bulgaria un Paese affidabile e molto stabile che pur non essendo nell’euro rispetta in modo ferreo i parametri di Maastricht con una forte disciplina di bilancio».
L’export che interessa alla Bulgaria, conferma il presidente dell’ Aice (associazione italiana commercio estero) Claudio Rotti, è «un export di qualità, molto apprezzato in particolare nell’Est europeo».
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