Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 30 Marzo 2015
Contro l’orso e il lupo gruppo di 500 soci in Svizzera: «Fermate i predatori»
L’associazione poschiavina diventa cantonale. «Pronti a stringere alleanze a livello federale. Reinserire questi animali è stato fallimentare».
Agricoltori in apprensione nell’area delle Orobie dove M25 sta bazzicando da più di un mese, da quando si è svegliato dal letargo e si è lasciato alle spalle Sondalo. Da Trivigno a Stazzona, sono tutti in allarme e gli allevatori si guardano bene dal lasciare gli animali incustoditi la notte.
Prima l’asino, poi la pecora (che peraltro da settembre era sfuggita assieme ad altre due dal un gregge) e infine le arnie. L’orso ha fame e si procura cibo, approfittando dell’assenza di recinzioni elettrificate e delle minime misure di prevenzione.
Meglio in Valtellina - deve aver pensato questo esemplare di tre anni - piuttosto che in Valposchiavo, dove tutti gli apiari sono protetti da corrente elettrica e dove sono state prese misure di prevenzione a cominciare dal posizionamento di bidoni di rifiuti anti orso dislocati nei pressi dei boschi, fino a una gestione dei rifiuti che invita a non tenere compostatori nei pressi delle abitazioni e di chiudere a chiave gli animali da allevamento all’imbrunire.
Comportamenti responsabili, che non devono essere però scambiati con l’accettazione passiva di una convivenza forzata. Anzi. Oltre confine i “nemici“ di M25 si stanno organizzando e da semplice associazione locale, nata due anni orsono (all’epoca di M13) con poche decine di iscritti, ora ha raggiunto una dimensione cantonale e i 500 soci sono pronti a stringere alleanze per approdare a un livello federale e porre così a Berna la questione dei grandi predatori. “At senza Gp”, acronimo che sta per “Associazione per un territorio senza grandi predatori”, la scorsa settimana ha varcato il Bernina per tenere l’assemblea annuale a Tiefencastel. E non si è parlato solo di orso, ma anche e soprattutto di lupo, visto che la regione “ospita” 25 esemplari che stanno dando non pochi problemi alla popolazione locale, tanto che si è deciso di controllarli, se il caso, con prelievi mirati: «Questi lupi cacciano cervi vicino alla strada principale, azzannano caprioli addirittura nel centro del paese, ululano di notte e nuotano nel fiume Reno. In Vallese è comparsa adesso anche una lupa e quindi è più che ovvio che presto si formerà un secondo branco», dicono dall’associazione, che registra adesioni anche dalla provincia di Sondrio.
«Il progetto di reinsediamento dei grandi predatori fa acqua da tutte le parti ed è praticamente già fallito; al massimo si corre ai ripari per mezzo di piani elaborati dai soliti tecnocrati che scimmiottano più o meno la politica del pompiere. Una corretta coesistenza tra presenza umana, attività antropiche e fauna selvatica nei nostri territori alpini è da ritenere, alla luce dei problemi emersi, impossibile. Esiste solo nella fantasia di certi sognatori che non vivono in montagna, o, se sì, tra le nuvole».
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