Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 24 Novembre 2013
Confortola tra i giovani
«Cultura della sicurezza»
L’alpinista di Valfurva all’incontro dell’Anmil - Lezione dedicata all’importanza della prevenzione E guai «a piangersi addosso, dopo un infortunio»
Il tema era serio, ma sono riusciti a strappare anche qualche risata, Emilio Giacomelli e Marco Confortola, ai più di trecento ragazzi delle tre scuole medie sondriesi – classi terze, per lo più, ma anche qualche seconda in platea – che ieri hanno partecipato all’incontro sulla “Sicurezza nella vita, nel lavoro e in montagna” organizzata da Anmil (l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro) e Confartigianato al Policampus di Sondrio in presenza del primo alpinista valtellinese a salire in vetta all’Everest dalla parete nord.
E protagonista nel 2008 della tragica spedizione sul K2 durante la quale perse alcuni dita dei piedi, ma salvò la vita: «Ed è stato capace di guardare avanti, fino a tornare ai “suoi” 8000 metri – ha sottolineato il presidente Anmil Giacomelli, ieri sul palco nelle vesti di organizzatore dell’incontro insieme al presidente Confcommercio sondriese Gionni Gritti –; dopo un infortunio che lascia segni permanenti, fondamentale è non piangersi addosso: anzi, se possibile, ridere delle proprie menomazioni. È il modo migliore per affrontarle. Ma le armi principali per lottare contro gli incidenti, nella vita di tutti i giorni, nello sport e sul lavoro, sono prevenzione e sicurezza».
Per questo l’incontro di ieri, che Anmil e Confartigianato hanno dedicato ai ragazzi delle medie: «Bisogna creare una cultura della sicurezza – ha aperto Giacomelli –, e per farlo occorre partire dai giovanissimi: sono il futuro, il nostro compito è portare loro la memoria perché si evitino gli errori passati. Errori spesso piccoli, talvolta anche banali, ma potenzialmente letali. Per questo occorre massima attenzione, sempre: se un datore di lavoro non mette il dipendente in sicurezza, è un delinquente; ma se mi metto alla guida di un’auto, tocca a me: mai bere o assumere stupefacenti».
Diverse, dunque, ieri le testimonianze di persone che hanno subito menomazioni durante la carriera lavorativa o meno, ma la più diretta sicuramente quella di Confortola, perentorio nel ricordare ai ragazzi come loro stessi siano «il futuro della terra: siete importanti, e dovete tenerlo sempre presente. La sicurezza è la prima cosa, in montagna come in qualsiasi altro sport, nel lavoro e nella vita».
Ha parlato chiaro, Confortola, lui stesso esempio di come dopo un infortunio sia fondamentale guardare avanti («mi dicevano che senza dita dei piedi non avrei più corso, e invece corro eccome: volere è potere, non bisogna mai lasciarsi andare; altrimenti non sarei mai tornato dal K2»), ha battuto forte sul tasto della prevenzione: «Io stesso in montagna divento maniacale su questo, ma lo sono anche quando mi dedico ai motori, altra grande passione che ho imparato a seguire nei luoghi e nei modi giusti senza fare lo “smanettone” rischiando di mio: senza allenamento e sicurezza non ci si improvvisa. Voi “bocia” siete il futuro del mondo; e questo per voi è anche una responsabilità».
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