Cronaca / Lecco città
Venerdì 05 Settembre 2014
Confindustria Lecco
Migliorano i numeri
Industria lecchese, i dati semestrali sono incoraggianti ma le perdite del passato incidono molto
L’aumento della domanda e della produzione comporta benefici sul fatturato, in sei mesi + 2,9%
Migliorano i numeri dell’industria lecchese, ma non abbastanza. Ieri Confindustria Lecco ha pubblicato i dati semestrali, relativi al periodo gennaio-giugno, dell’osservatorio economico dei territori di Lecco e di Como.
I risultati sono incoraggianti dal punto di vista della produzione, del fatturato e della domanda, ma le perdite subite in passato sono così consistenti che praticamente annullano l’effetto positivo dei timidi miglioramenti ottenuti negli ultimi sei mesi.
Ma andiamo con ordine. Dal punto di vista della domanda, le aziende lecchesi fanno registrare un incremento (più 5,7 per cento) a livello congiunturale, cioè rispetto ai sei mesi precedenti, ma non prevedono miglioramenti per la seconda parte dell’anno (più 0,2 per cento).
Va però detto che i risultati attuali vanno oltre le previsioni formulate ad inizio anno (che si attestavano intorno al 2,5%), ma che arrivano dopo un periodo decisamente negativo. Inoltre, i miglioramenti registrati nella prima fase di questo 2014 sono in parte influenzati dalla caratteristica stagionale di alcuni prodotti realizzati dalle aziende aderenti all’indagine.
Mentre, l’indicatore relativo alla produzione, per le aziende della provincia di Lecco indica un aumento dell’attività del 3,7 per cento rispetto al primo semestre del 2013, e del 5,7 per cento a livello congiunturale. Tuttavia, le previsioni per la seconda metà dell’anno risultano meno favorevoli con una indicazione di crescita dell’1,3.
Gli impianti vengono sfruttati al 76,1 per cento, sostanzialmente in linea con quanto rilevato nella precedente edizione dell’Osservatorio. Ma a lavorare di più sono soprattutto le medie e grandi imprese (tasso di utilizzo al 79,4 per cento), mentre le piccole si fermano al 73,5%. Però a questi volumi va aggiunto l’apporto dell’outsourcing produttivo, cioè dell’esternalizzazione, che risulta orientato prevalentemente ai soggetti italiani e contribuisce per circa il 7 per cento della produzione totale.
L’aumento della domanda e della produzione hanno avuto benefici effetti sul fatturato delle aziende, che cresce del 2,9 per cento a livello tendenziale (cioè rispetto ai primi sei mesi del 2013) e del 4,3 per cento rispetto alla fine dell’anno scorso.
E il futuro? Gli imprenditori sono ottimisti: più 2 per cento anche nel secondo semestre del 2014, grazie all’export, che già oggi determina oltre il 40 per cento del fatturato realizzato nel corso del primo semestre. Ma anche il mercato domestico sta migliorando.
Sono due i “talloni d’Achille” che ancora attanagliano l’economia del territorio: l’accesso al credito e l’occupazione. Per le aziende permangono le difficoltà nel rapporto con gli istituti di credito. Per oltre il 62% del campione le condizioni relative a spese e commissioni bancarie, garanzie e tassi di interesse non sono variate nei primi sei mesi dell’anno, mentre la situazione è migliorata per circa un’impresa su dieci. Un quarto del campione ha invece registrato un peggioramento in tal senso. E stagnante, se non in declino, è la situazione sul fronte occupazionale. Per circa il 70 per cento delle imprese del campione, i livelli occupazionali sono rimasti stabili rispetto a dicembre 2013.
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