Cronaca / Lecco città
Lunedì 11 Novembre 2013
Confindustria Lecco e Api
Prove di accordo
Scambio di numeri telefonici tra i due presidenti: si sta avviando una nuova collaborazione
Non si può escludere che sia il primo passo di un percorso che porti ad un’alleanza strutturata
Giovanni Maggi (presidente di Confindustria Lecco) e Luigi Sabadini (presidente di Api Lecco) si scambiano il numero di telefono. Lo memorizzano. Lo controllano. Fanno un reciproco cenno di assenso. «Sì, è giusto», presumiamo si siano detti.
L’episodio l’abbiamo colto durante l’incontro, in Camera di commercio, che le imprese lecchesi hanno avuto con Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico. E’ un’immagine che forse racconta di come, nell’ultimo periodo, sono cambiati i rapporti tra Confindustria e Api. Cambiati in meglio. Perché lo scambio di numeri fa presumere che prima i due non si fossero mai sentiti al cellulare. E che, da ora in avanti, si siano ripromessi di farlo. Quindi, contatti più frequenti e diretti dai quali potrebbero nascere iniziative e progetti condivisi.
C’è una ritrovata collaborazione tra Confindustria ed Api? «Dal punto di vista tecnico - risponde Mauro Gattinoni - direttore di Api Lecco - i contatti tra noi sono più frequenti. Anche perché, nell’ultimo periodo, stiamo lavorando alle proposte da discutere in vista della redazione del bilancio preventivo della Camera di commercio. D’altra parte, come Api abbiamo sempre pensato e detto che la collaborazione tra associazioni è lo strumento migliore per rispondere alle esigenze delle imprese».
Una conferma l’abbiamo avuta. Altre è difficile averne, anche perché gli esponenti delle due associazioni preferiscono andare cauti per non bruciare possibili sviluppi e prospettive. In questa fase è meglio restare coperti e lavorare sottotraccia. A noi non resta che aggiungere e notare che la crisi economica può servire ad avviare sul territorio iniziative condivise.
Poi, dal singolo progetto, tra Confindustria ed Api potrebbe nascere un rapporto più stretto. E non ci sentiamo neanche di escludere che - non nel brevissimo periodo - possa nascere una sorta di alleanza, il cui passo successivo (corriamo troppo?) potrebbe essere una fusione tra le due realtà associative. D’altra parte, il clima è cambiato. E l’uscita di scena ( o il minor peso) dall’una e dall’altra associazione di figure di imprenditori storici che hanno coltivato l’orgoglio e l’appartenenza a una o all’altra sigla, potrebbe aiutare questo processo di avvicinamento-fusione. Concludiamo con un inevitabile: se son rose...
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