Cronaca / Valchiavenna
Domenica 27 Ottobre 2013
Comune unico: il “si” c’è
Manca il comitato del “no”
Chi è favorevole alla fusione auspica un dibattito più vivace - Posto un veto sul nome: «Non potete utilizzare “Valchiavenna”»
Il dibattito fra i promotori del referendum e le persone contrarie alla fusione non c’è. Manca infatti un “comitato per il no”, a differenza di quanto si registra in altre zone interessate da questo percorso. Ma intanto cinque Comuni chiedono alla Regione di non permettere di chiamare “Valchiavenna” l’ente che verrà costituito in caso di vittoria del “sì” alla fusione.
Mentre il fronte degli amministratori favorevoli alla fusione è compatto ed è stato costituito un comitato presieduto da Silvana Lombardini, da quello del “no” non ci sono novità.
In alcuni consigli comunali sono stati formulati pareri contrari, più nel metodo che nel merito come nel caso di Mese, e in altri casi sono comparsi – ad esempio a Gordona – volantini anonimi che si oppongono alla fusione. Ma per ora, niente di più.
«Il dibattito è il sale della democrazia - spiega Silvana Lombardini -. La presenza di un comitato per il “no” ci consentirebbe di approfondire la discussione con un confronto serio e sereno». Intanto ci sono già alcuni nomi di persone che hanno deciso di sostenere il progetto della fusione: gli imprenditori Franco Moro (presidente del Consorzio di promozione turistica della Valchiavenna), Fabio Moro del Pastificio, Massimo Mortarotti di Dispotech e Raffaele De Peverelli della Frigotecnica industriale chiavennasca di Mese.
Anche don Anacleto Pegorari, parroco di Prata da più di cinquant’anni, supporta la scelta della fusione. «Sicuramente offre la possibilità di far funzionare bene i servizi in un mondo moderno: il paese piccolo, andando avanti, andrà sempre peggio, con sempre più fatica. Il mondo invece va avanti. Ormai la legislazione con la quale raffrontarsi è spesso di livello nazionale, se non europea, e tiene conto del numero degli abitanti per cui dobbiamo essere più consistenti per contare di più».Intanto i primi cittadini di cinque Comuni che non aderiscono al progetto di fusione hanno scritto al governatore lombardo Roberto Maroni per chiedere di non indicare il nome “Valchiavenna” fra le opzioni da scegliere nel referendum del primo dicembre.
«Con il toponimo Valchiavenna si indica abitualmente l’intero ambito territoriale della valle costituito da tredici Comuni – scrivono Paolo Lisignoli (Piuro), Franco Masanti (Madesimo), Massimiliano Tam (Villa), Roberto De Stefani (San Giacomo Filippo) e Giuseppe Guanella (Campodolcino) -. Appare quindi improprio il suo utilizzo per l’eventuale fusione di soli cinque Comuni».
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