Como, indagano sui poliziotti
Minacciati con lettere minatorie

Un agente che aveva condotto l’inchiesta contro i colleghi è stato trasferito per motivi di sicurezza

«Caro giornalista, invece di scrivere sempre contro i colleghi della stradale, scrivi che a breve verranno giustiziati quelli che hanno indagato su di loro e cioè quegli infami della squadra di polizia giudiziaria della stessa stradale. Quelli devono lasciare immediatamente la provincia di Como se si vogliono almeno salvare la pelle. Morte a quegli infami».

Benvenuti nel Paese dove la legalità è una parola buona soltanto per i convegni e nella città dove i poliziotti che indagano sui colleghi vengono trasferiti d’ufficio per motivi di sicurezza personale. Nei giorni scorsi uno degli inquirenti che, per conto della procura, ha seguito l’inchiesta sugli agenti della polizia stradale accusati di aver cancellato migliaia di contravvenzioni per non doverle elaborare, ma anche di essersi fatti togliere multe personali per divieto di sosta, è stato trasferito alla Questura di Milano.

Un provvedimento non punitivo, ma dettato da ragioni di opportunità e di sicurezza, visto le numerose minacce di morte ricevute negli ultimi mesi dal poliziotto trasferito, così come dai colleghi che con lui hanno indagato sui presunti illeciti compiuti anche dall’ex comandante e dall’ex vicecomandante della polstrada di Como (per la cronaca quasi tutti gli indagati hanno annunciato l’intenzione di patteggiare la pena). Minacce di morte indirizzate ai poliziotti che sono giunte anche alla nostra redazione, come si può leggere all’inizio dell’articolo.

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