Cronaca
Mercoledì 09 Novembre 2022
Colpo di scena al processo per l’omicidio di don Malgesini: Mahmoudi giudicato colpevole ma non dovrà scontare l’ergastolo
Don Roberto Oggi la discussione in tribunale a Milano a seguito dell’esito della perizia psichiatrica. La sentenza lo ha giudicato colpevole: dovrà scontare 25 anni e non l’ergastolo, come era stato deciso in primo grado
Si è concluso con una condanna a 25 anni di carcere il processo d’appello per l’omicidio di don Roberto Malgesini, il prete ucciso a San Rocco il 15 settembre di due anni fa per mano di Ridha Mahmoudi, con una serie di pugnalate alla schiena realizzate con un coltello comprato in un supermercato qualsiasi, per tagliare l’arrosto.
Il colpo di scena che chiude due anni di storie e lacrime raccolte lungo le strade della nostra città intorno a una figura di prete e di amico che ha saputo toccare la vita di tanti arriva inaspettato.
La perizia psichiatrica richiesta dalla difesa a seguito della condanna in primo grado, disposta dalla Corte d’appello e condotta sull’assassino, lo ha giudicato infatti in grado di intendere e di volere al momento del crimine. Eppure la difesa di Mahmoudi ha insistito nel negare quanto rilevato dalla perizia, proseguendo così lungo una linea tenuta sin dalla prima ora e che vorrebbe Mahmoudi afflitto da una malattia mentale.
La Corte d’assise d’appello nonostante questo oggi ha emesso la sentenza, che può infatti essere considerata come un vero e proprio colpo di scena in una storia che ha saputo richiamare l’attenzione di tantissime persone in tutta Italia. Ridha Mahmoudi è stato giudicato colpevole dell’omicidio di don Roberto, ma la pena che gli è stata comminata è di 25 anni di reclusione. Nonostante la condanna all’ergastolo stabilita in primo grado da parte della Corte d’assise di Como, il 28 ottobre 2021, i giudici della Corte di Milano hanno riconosciuto che le aggravanti contestate erano equivalenti alle attenuanti generiche e hanno deciso di conseguenza.
Abbiamo raccontato tutto ciò che è avvenuto prima di questa sentenza in un podcast di sei puntate. Si intitola “Scriveva fuori dai margini” e parla di una vita che prima di essere spezzata è stata ricca e feconda di speranza, per tutta la città di Como. Lo potete ascoltare gratuitamente qui:
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