Cronaca / Circondario
Mercoledì 03 Dicembre 2014
Ciclamino park, imputati da assolvere
«La signora rientrò nella casa in fiamme»
Crandola: secondo il pm gli installatori da assolvere dall’accusa di omicidio colposo di Rosa Invernizzi
La vittima era già uscita dalla stanza ma voleva recuperare alcuni beni a lei cari
Per il pm Mattia Mascaro l’installatore della stufa a pellets e il titolare, cioè i due citati a piede libero Maurizio Beri e Roberto Tropeano, chiamati in causa per il rogo del ristorante pizzeria “Ciclamino park”, vanno doverosamente assolti dall’accusa di omicidio colposo in concorso per la morte di Rosa Antonia Invernizzi, 56 anni, moglie dello stesso titolare, abitante a Calolziocorte; ma possono essere condannati a otto mesi di reclusione, con riduzione della pena per il beneficio delle attenuanti generiche per concorso nell’incendio colposo, con richiamo all’articolo 423 codice penale.
L’installatore, per quanto specificato dal consulente ingegner Massimo Maria Bardazza e il gestore per non avere attuato alcuni interventi di manutenzione, come detentore della stufa. Davanti al giudice Salvatore Catalano ha così ridimensionato il quadro accusatorio a carico dei due imputati il viceprocuratore onorario Mattia Mascaro. Nell’arringa Mascaro, con citazioni molto documentate, ha esordito nel sottolineare: « Il comportamento attivo posto in atto dalla persona offesa Rosa Antonia Invernizzi, prima uscita e poi rientrata per ragioni che non conosciamo, purtroppo ha interrotto il messo causale per contestare l’ipotesi di reato di omicidio colposo in concorso».
Rosa Antonio Invernizzi, svegliata dal divampare del rogo che devastò, poco dopo l’alba del 18 dicembre 2010, il “Ciclamino park”, pizzeria. ristorante, ebbe la forza di uscire dalla camera dove venne svegliata. Suo malgrado decise di rientrare nell’edificio già in fiamme, nella speranza di essere in grado di recuperare diversi effetti personali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA