Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 25 Ottobre 2014
«Ciao Luca, grazie
per la tua amicizia»
A Livigno folla di amici provenienti anche dall’Inghilterra e dalla Danimarca per il funerale di Barosio - Toccante il pensiero letto in chiesa: «Ci salutavi dicendo “Fai il bravo”, così oggi facciamo anche noi»
C’erano moltissimi compaesani, ma anche amici provenienti da lontano. Dalla Lombardia, dal resto d’Italia, ma persino dall’Inghilterra e dalla Danimarca. Giovedì la comunità di Livigno si è fermata per dare l’ultimo saluto a Luca Barosio, il barista di 41 anni che ha perso la vita in Egitto lunedì 13 ottobre per un malore durante la risalita dalla prima immersione della sua vacanza sul Mar Rosso a Hurghada.
Nel pomeriggio di ieri la chiesa parrocchiale di Santa Maria è diventata troppo piccola per accogliere tutto il dolore non solo della comunità locale, ma anche di tanti amici giunti in Alta Valtellina da lontano. Il feretro, ricoperto di fiori bianchi, è arrivato in chiesa dopo il corteo che ha attraversato il paese partendo dall’abitazione della famiglia Barosio.
Per i presenti - fra i quali c’erano moltissimi giovani, oltre a numerosi maestri di sci e atleti di altre società sportive del paese - è stato impossibile trattenere le lacrime di fronte al messaggio scelto dagli amici per salutarlo. «Caro Luca, ti abbiamo accolto a Livigno tanti anni fa, quando eri arrivato con la tua squadra di ciclisti - sono le parole lette in chiesa e scelte da alcune persone che hanno conosciuto e amato Luca -. Poi ti abbiamo visto tornare e crescere, sia come uomo, sia come professionista. Ti sei fatto apprezzare sia dai clienti, sia dal popolo di Livigno, fino ad arrivare a essere “Luca del Daphne’s”».
Durante la celebrazione c’è stata anche la citazione di Madre Teresa di Calcutta, che invita ad avere sempre, anche nei momenti più complicati, quelli segnati dal dolore, il sorriso nel cuore, negli occhi e sulle labbra. «Venire da te era sempre così, tu ogni volta salutavi dal banco con un abbraccio con le tue braccia possenti. Ci salutavi dicendoci “fai il bravo”. Anche noi ti vogliamo salutare con queste tre parole, che sono rimaste nel cuore degli amici ai quali hai dato amicizia e fratellanza».
Una testimonianza scritta e letta con il cuore, che si è chiusa con l’applauso, commosso, di tutti i presenti.
Anche il parroco, don Alberto Erba, ha cercato di offrire parole di conforto alla moglie della vittima, Carlotta, ai familiari e ai tanti amici e conoscenti. «Oggi - ha detto il sacerdote nell’omelia - in cielo si apre un’altra vita e celebriamo questo mistero: la pienezza della vita, grazie alla fede nella risurrezione del Signore».
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