Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 10 Settembre 2013
Chiusa in bagno e derubata
Vittima una donna disabile
Denunciata una ragazza del capoluogo di appena 22 anni
Aveva sequestrato la propria vittima nei servizi della stazione
Deve rispondere di furto aggravato e sequestro di persona la giovane di Sondrio ritenuta responsabile dell’aggressione di una donna disabile alla Stazione.
Tutto è successo nella tarda mattinata del 1° settembre. È stata la stessa vittima, alcuni giorni più tardi, a raccontare tutto alla Polizia, attivando le indagini lampo della squadra mobile.
Già conosciuta
Gli investigatori del dirigente Carlo Bartelli, partendo dalla descrizione della ragazza, l’hanno identificata in pochi giorni, anche perché, nonostante abbia soltanto 22 anni, è già piuttosto conosciuta alle forze dell’ordine. A. D. P., queste le sue iniziali, è stata così denunciata in stato di libertà alla Procura di Sondrio.
In base al racconto della vittima, poi confermato dai riscontri ottenuti dagli investigatori, la donna aveva incontrato la ragazza in piazzale Bertacchi, all’esterno della stazione ferroviaria.
Dopo aver attaccato discorso, la giovane è riuscita a convincere la propria vittima a seguirla in bagno. Qui non ha fatto altro che chiudere la porta a chiave e farsi consegnare alcuni monili in oro e il telefonino.
Soltanto a quel punto l’ha liberata e si è dileguata, allontanandosi dalla stazione e facendo perdere le proprie tracce. Dopo essersi tenuta dentro tutto per alcuni giorni, molto scossa per l’accaduto, la donna si è convinta che quella giovane era pericolosa e andava fermata.
Recuperata la refurtiva
Ecco perché si è rivolta al personale della questura, che in breve ha risolto il caso. Oltre a identificare e denunciare l’autrice dell’aggressione, gli investigatori della mobile hanno anche effettuato una perquisizione domiciliare nell’abitazione della giovane indagata.
Lì hanno ritrovato i monili e il telefonino , che sono stati così restituiti alla proprietaria.
Prende avvio intanto il procedimento penale a carico della giovane denunciata, contro la quale pesano le classiche prove ritenute schiaccianti dagli inquirenti: la corrispondenza dell’indagata alla descrizione e il fatto che in casa sua sia stata ritrovata la refurtiva, soprattutto.
Se non ci sono gli estremi per l’applicazione di una misura cautelare, davanti al giudice l’indagata dovrà comunque rispondere di furto aggravato e sequestro di persona, due reati di una certa gravità.
Non risulta comunque che la giovane avesse dei complici: quella mattina, insomma, aveva fatto tutto da sola.
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