Cronaca / Valchiavenna
Mercoledì 16 Ottobre 2013
Chiavenna, il “patto”
ora è alla portata
Mancano all’appello ancora circa 30mila euro, ma anche quest’anno l’obiettivo di rispettare il patto di stabilità sarà centrato
Mancano all’appello ancora circa 30mila euro, ma anche quest’anno l’obiettivo di rispettare il patto di stabilità sarà centrato.
Saranno probabilmente gli oneri di urbanizzazione degli ultimi mesi di bilancio, a meno di uno stop improvviso di tutti i non molti cantieri in procinto di aprire, a portare nelle casse del comune di Chiavenna le risorse necessarie a non finire nell’elenco dei comuni cattivi. Quelli che non rispettano il patto di stabilità imposto dal governo e che nell’anno successivo devono subire un draconiano taglio dei trasferimenti. Un taglio ulteriore, visto che negli ultimi anni gli stessi si sono ridotti in modo rilevantissimo, pari a tre volte tanto la cifra sforata. Il risultato è stato raggiunto riducendo al minimo gli investimenti, chiudendo qualche mutuo aperto in anni passati e vendendo l’immobile dell’ex edicola di via Marconi ma anche grazie a qualche possibilità in più offerta da Stato e Regione. Il primo ha allargato un po’ i cordoni della borsa evitando di far rientrare nel calcolo parte dei pagamenti alle imprese per i lavori fatti o i servizi prestati, la seconda ha dato al comune di Chiavenna un contributo di 28mila euro che è andato a ridurre l’obiettivo finale. Che a inizio anno era di ben 508mila euro. Soldi che il comune, in sostanza, doveva incassare ma non poteva impegnare, semplificando molto il senso del calcolo. Il tutto per garantire il debito pubblico statale.
L’anno prossimo la situazione sarà la stessa, con possibilità di investire ridotte al lumicino, se non peggiore. A meno che non entrino in gioco due nuovi fattori. Il primo è l’annunciato allentamento dei vincoli del patto per i comuni considerati “virtuosi”. Qui Chiavenna è a rischio non entrando nel, per la verità molto ristretto, elenco. Nonostante una gestione economica oculata al centesimo e servizi a standard elevati, Chiavenna risulta non virtuoso.
Nell’elenco, infatti, tendono a rientrare i comuni caratterizzati da una presenza massiccia di seconde case, come quelli turistici. Con contribuenti che pagano ma poi non usufruiscono dei servizi, insomma. Il secondo aspetto è legato all’esito della partita sul comune unico. In caso di sì al referendum e benestare del consiglio regionale al progetto di fusione con Gordona, Mese, Menarola e Prata, per Chiavenna, così come per gli altri comuni per i quali il patto è entrato in vigore quest’anno, finirebbe automaticamente l’incubo di dover sottostare al patto.
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