Cronaca / Lecco città
Venerdì 07 Novembre 2014
Che sorpresa, i Longobardi in pizzeria
Le ossa trovate risalgono al VII secolo
Altro che morti di peste nel 1600, i reperti del gennaio 2013 più antichi di mille anni. Nella Giglio a Pescarenico un insediamento. A quei tempi il quartiere era vivacissimo
Risalirebbero addirittura al VII e VIII secolo d.C. le ossa ritrovate nel gennaio 2013 durante i lavori di ristrutturazione all’ex pizzeria Il Giglio di Pescarenico, il locale di via Ghislanzoni sequestrato alla ’ndrangheta e che dal 2015 ospiterà un centro diurno per anziani. Proprio il ritrovamento di resti umani e tracce di affreschi aveva spinto la soprintendenza a bloccare i lavori di ristrutturazione avviati dal Comune che, salvo intoppi, dovrebbero concludersi nel giro di qualche mese. Nel frattempo la relazione stilata dai tecnici ha chiarito ogni dubbio che ancora persisteva intorno ai ritrovamenti del Giglio, a cominciare dalla precisa datazione delle ossa. Contrariamente alle ipotesi circolate finora, i resti umani non appartengono a morti per peste del 1600, ma risalirebbero a mille anni prima. A stabilirlo è lo studio condotto della nota anatomopatologa milanese Cristina Cattaneo che ne ha ricostruito con precisione la datazione. Le ossa apparterebbero a tre individui, due di sesso femminile e uno maschile, riconducibili al periodo storico compreso tra il 660 e 770. Gli approfondimenti dalla soprintendenza hanno riguardato anche la struttura dello stabile. Le indagini archeologiche effettuate nell’ex pizzeria della ’ndrangheta hanno messo il luce una porzione di abitato di epoca Longobarda. Si tratta quindi di una scoperta di particolare rilievo in quanto, fino a oggi, a Lecco erano state rinvenute spoglie mortali (in via Gorizia) di età alto-medievali, ma mai insediamenti.
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