Cronaca / Morbegno e bassa valle
Venerdì 27 Marzo 2015
Centralina sul Roncaiola: Talamona dice un secco no
Una petizione dei cittadini si oppone al progetto di Energhie. «Distruggerebbero il torrente».
No alla centralina idroelettrica sul Roncaiola. Con una raccolta firme, che avrà uno spazio pubblico sabato dalle 9 alle 12 nella piazza del Comune e che sarà consegnata lunedì 30 marzo in Provincia, i talamonesi vogliono dare incisività e supporto tecnico alle loro convinzioni per scongiurare la captazione d’acqua che a loro giudizio metterebbe in ginocchio il torrente Roncaola.
Sul piatto c’è la richiesta della società Energhie che ha presentato in Provincia la richiesta per la realizzazione di un impianto idroelettrico che prevede una derivazione della portata media annua di 188 litri al secondo di acqua alla quota di 496 metri attraverso una condotta forzata con un diametro di 500millimetri. Un progetto che non piace ai promotori della petizione popolare fra i quali gli ex amministratori comunali Renato Ciaponi e Marco Duca, ai quali si affianca Elio Luzzi. Insieme hanno stilato le osservazioni - parte integrante della raccolta firme - in merito alla richiesta di Valutazione di impatto ambientale fatta alla Provincia dalla società Energhie Srl.
«Un progetto nuovo proposto dalla stessa società che negli anni scorsi aveva presentato sul medesimo torrente una richiesta differente, alla quale il Comune si era opposto difendendo uno dei pochi torrenti valtellinesi esclusi dalla moratoria sulle acque, quindi interessato da possibili sfruttamenti da parte di società energetiche - spiega Ciaponi -. Sebbene nella nuova domanda sia prevista una presa più bassa rispetto al passato a tutela delle sorgenti, riteniamo che il rilascio minimo vitale delle acque proposto oggi sia comunque penalizzante e capace di lasciare per quattro, cinque mesi all’anno il torrente in secca».
Sono diverse e puntuali le osservazioni avanzate dai cittadini a salvaguardia del Roncaiola. Torrente che nei secoli ha formato il conoide sul quale è attestato l’abitato di Talamona e che scorre attualmente in posizione quasi centrale all’abitato.
«Al momento della stesura di queste osservazioni (dal 15 al 20 marzo) la portata nel punto della progettata opera di presa è stata calcolata da tecnici cittadini sul posto in circa 200 l/secondo - spiegano -. Nel corso degli stessi giorni, spostandosi a valle di circa 800 metri, abbiamo purtroppo dovuto notare che il torrente era già in secca a metà del suo percorso verso lo sbocco in Adda. È facilmente intuibile che il deflusso minimo vitale, calcolato in 60 litri al secondo, scomparirebbe nel greto (in questo periodo) dopo nemmeno 300 metri dall’opera di presa». Secondo i residenti, poi, il danno ambientale e paesaggistico sarebbe notevole per le conseguenze sulla fauna «che pure utilizza il torrente anche come corridoio di transito nord-sud».
Inoltre si ritiene «assolutamente ingiustificato» classificare l’impianto idroelettrico nel progetto come opera di pubblica utilità, «in quanto non vi sono elementi che esprimono l’utilità pubblica, visto che la stessa non garantisce una sufficiente produzione di energia tale da compensare il danno ambientale derivante dalla sua realizzazione».
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