Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 05 Agosto 2013
«Cellulari, serve
copertura in Valle»
Dopo la tragedia in Val Torrone gli operatori chiedono di posizionare un ripetitore ad Arcanzo
Giacomo Sertori: «Sul Sentiero Roma servono soccorsi tempestivi». Ieri sopralluogo della Gdf
«Sono anni che lo si dice: il problema dell’isolamento della Valmasino, sotto il profilo delle comunicazioni telefoniche, è grave ed è evidente a tutti. Purtroppo poi torna alla ribalta solamente quando succede qualcosa di irreparabile ed è assurdo che la mancanza di collegamenti possa costare la vita a una persona».
Giacomo Sertori, presidente dell’associazione Operatori della Valmasino, condivise con i convalligiani il medesimo sentimento di tristezza per la tragedia che si è consumata sabato in Val di Mello quando Giuseppe Galbiati, 58anni di Rogoredo, elettricista in pensione, ha perso la vita a 2.500 metri di quota sul Sentiero Roma dove si trovava con due amici. Forse avrebbe potuto cavarsela se solo non ci fossero volute due ore per chiamare i soccorsi.
«E’ comprensibile però che la tristezza che accumuna tutti dopo una disgrazia simile si mischino a quelli di rabbia – continua Sertori-. Nel 2013 è assurdo che si debbano aspettare ore prima si allertare i soccorsi solamente perché non c’è campo e il telefonino che abbiamo tutti in tasca non riesce a fare il suo dovere soprattutto su un sentiero battutissimo d’estate come il Roma. Ribadisco – aggiunge – quello che ha già sottolineato ieri Antonello Fiorelli, gestore del rifugio Allievi: basterebbe mettere un ripetitore sulla cima di Arcanzo dove c’è già quello utilizzato dal 118 per avere una copertura dei cellulari».
Il caso in questione in tutta la sua drammaticità ha messo brutalmente a nudo un nervo già scoperto nella vallata.
«Ci sono molte zone sia in Val di Mello che in Valmasino dove i cellulari non sono coperti – dice ancora Sertori - sono cacciatore, conosco le nostre montagne, ma in più di un’occasione al termine di una battuta mi sono chiesto: se mi fosse successo qualcosa in questo posto cosa facevo? Purtroppo abbiamo assistito a un altro episodio tragico, ma si può ancora fare qualcosa: chi di dovere si attivi per garantire comunicazioni efficienti evitando che in futuro ci si trovi di nuovo in queste terribili condizioni».
Intanto ieri il soccorso alpino della Guardia di finanza ha provveduto ad eseguire un nuovo sopralluogo nella zona in cui si o verificato l’incidente, prima del quale la vittima si sarebbe avventurata, abbandonando il sentiero, in un luogo estremamente pericoloso. Proprio il quel punto infatti il tracciato segnalato prende una strada diversa rispetto al vecchio percorso originario, torna indietro girando di 180 gradi per evitare l’insidia delle placche che spuntano poco distanti ,vicino alle quali ha perso la vita Galbiati scivolando nel vuoto per trenta metri.
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