Cronaca / Lecco città
Martedì 09 Giugno 2015
C’è il via libera dell’anti trust
L’Arlenico pronto a ripartire
Tra qualche giorno il laminatoio riprenderà la produzione
Lo stabilimento occupa 74 persone che a breve torneranno al lavoro
Si può fare. La cordata Duferco-Feralpi può acquistare il laminatoio dell’Arlenico dall’amministrazione straordinaria del gruppo Lucchini. L’autorizzazione dell’ antitrust europeo è stata concessa perché «le sovrapposizioni tra le attività delle imprese sono limitate». In sostanza, la produzione dell’Arlenico sommata a quelle dei due gruppi bresciani non porta a posizioni dominanti sul mercato.
È l’annuncio - anche se pare che la comunicazione con tutti i timbri non sia ancora arrivata - che i responsabili della Caleotto spa aspettavano per poter firmare il contratto di compravendita dal notaio e per riattivare gli impianti.
La Caleotto è la società, costituita con quote paritarie da Duferco e Feralpi, per acquistare e in seguito gestire l’Arlenico. La new co si è aggiudicata il laminatoio lecchese per un importo superiore ai 20milioni, ai quali andranno aggiunti i cinque di investimenti programmati per migliorare l’efficienza degli impianti.
In attesa del via libera dell’antitrust, la nuova proprietà aveva provveduto ad interventi di manutenzione del laminatoio (fermo da quasi un anno e mezzo) e degli altri impianti. E ora dovrebbero cominciare le operazioni di riscaldamento dei forni. Con questo piano di lavoro è possibile che, negli ultimi giorni di questa settimana o nei primi della prossima, il laminatoio ricominci a produrre vergella. Per quest’anno, i programmi della Caleotto spa hanno posto un obiettivo di produzione di 73mila tonnellate. Volumi che saranno raddoppiati il prossimo anno, per diventare 250mila nel 2017, 270mila nel 2018 e 300mila nel 2019.
Quindi, a breve una parte dei 74 lavoratori dell’Arlenico riaccenderanno le macchine, per ripartire con la laminazione delle billette in acciaio prodotte da Feralpi e Duferco e realizzare la vergella per fili sottili, funi, cavi, bulloneria e viti.
Secondo il piano industriale, entro un paio d’anni, si dovrebbe procedere con l’assunzione di quella decina di lavoratori che permetterà l’articolazione di tre squadre per la lavorazione a ciclo continuo su cinque giorni la settimana.
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