«Cara Aicha, sei come una figlia
Solo Dio sa la tua sofferenza»
Lettera dell’avvocato Sonia Bova alla mamma che ha ucciso il figlio coltellate
«Tu che eri venuta qui con la luce del sole negli occhi, sei caduta nella depressione»
Alla lettura della sentenza era rimasta incredula: «Devo metabolizzare», aveva ammesso sotto choc dopo che il giudice aveva condannato la sua assistita, Aicha Coulibaly a dieci anni di ospedale psichiatrico , il doppio di quanto richiesto dal pubblico ministero.
L’avvocato Sonia Bova ha scritto una lettera rivolta ad Aicha, la mamma di Abbadia Lariana che un anno fa ha ucciso il figlio di tre anni Nicolò Imberti. Una lettera toccante, da madre a figlia, in cui emerge palpabile la sofferenza del legale per la propria assistita in un rapporto che si è approfondito andando ben oltre l’ambito professionale, diventando con il tempo sentimento puro.
«Cara Aicha , ti scrivo come se parlassi ad una figlia , potendolo, vista la mia età , di molto superiore alla tua. Ti ho conosciuta un anno fa, altissima, esile, sparuta , con gli occhi inquieti quasi sempre velati di lacrime, ed un dolore sordo nel cuore, che ti urlava dentro.Ci vedremo nella valle delle madri tristi . Non perdere la speranza, cara Aicha : Niccolò non ti abbandonerà mai, consolandoti con la sua dolce presenza , e Dio conosce la tua grande sofferenza, lui, al quale soltanto , tu devi rendere conto».
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