Cronaca / Valchiavenna
Domenica 12 Aprile 2015
Capelli e la fronda dei dissidenti: «Nessuna pressione sui Comuni»
Presidente dell’ente montano cauta sull’uscita di Chiavenna, Piuro, Mese e Verceia. Intanto rischia di saltare la rappresentante dell’assemblea dei sindaci, Patrizia Pilatti.
«Per il momento prendiamo atto della scelta dei comuni di Chiavenna, Piuro, Verceia e Mese di uscire dalla maggioranza. Le accuse che ci sono state rivolte sono molte e molto gravi. Occorre una risposta meditata da parte di tutto il gruppo e del direttivo». Così la presidente della Comunità montana Valchiavenna Cinzia Capelli che, per il momento, si è presa una pausa di riflessione prima di rispondere nel merito alle accuse arrivate giovedì sera dai quattro sindaci che hanno deciso di costituire un gruppo autonomo.
Per il momento c’è, comunque, una novità. L’assessore, rappresentante di Chiavenna, allo Sport e ai giovani Andrea Giacomini ha rassegnato le dimissioni, ma è stato prontamente sostituito. Al suo posto andrà Marica Udali, vicesindaco di Prata Camportaccio. Udali ha già accettato l’incarico propostole da Capelli. Ora andranno riempite altre caselle, visto che prima della fine del mese gli otto sindaci della maggioranza hanno chiesto alla presidente dell’assemblea dei sindaci Patrizia Pilatti, sindaco di Mese, di convocare l’assemblea con un unico punto all’ordine del giorno. Una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Mozione che, se tutti i sindaci saranno presenti, ha tutte le carte in regola per passare. A quel punto andrà individuato un sindaco che ricopra la carica di presidente e, probabilmente, sarà anche ridiscusso il criterio di suddivisione dei costi dei servizi sociali tra i vari comuni.
In pole position, almeno in linea teorica, rimane il sindaco di Prata Camportaccio Davide Tarabini, attuale vicepresidente. Il clima politico è pesantissimo in queste ore, nonostante la dichiarata volontà del nuovo gruppo di minoranza di svolgere un ruolo di opposizione costruttiva. A incendiare le polveri contribuiscono ultime dichiarazioni del sindaco di Piuro, Omar Iacomella, durissimo nei confronti dei vertici della Comunità montana. «Nelle ore immediatamente seguenti le dichiarazioni fatte - ha dichiarato Iacomella - alcuni miei consiglieri comunali sono stati contattati telefonicamente da rappresentanti della maggioranza di Comunità montana. Gli è stato chiesto se fossero al corrente della scelta di noi quattro sindaci e, ovviamente, non solo lo erano ma la condividono pure, e sono arrivate anche minacce di revoca dei contributi dell’ente comprensoriale. Si tratta di un’ingerenza definibile solo come gravissima nella vita di un comune».
Iacomella ha, quindi, ribadito le sue accuse nei confronti del direttivo di Cm: «La Comunità montana in passato è stata aiuto dei comuni e volano per l’economia locale. L’ultimo bilancio parla chiaro. Si è passati da un totale di 9 a 6 milioni di euro. Segno che non c’è stata ricerca di finanziamenti. Non solo, si è anche ostacolata l’attività dei comuni. Ad esempio abbiamo un’idea per la realizzazione di un geoparco della pietra ollare. Abbiamo chiesto un piccolo contributo per uno studio di fattibilità alla Comunità montana, ma stiamo attendendo una risposta da quattro mesi. Bastava un sì o un no. Infine, abbiamo l’onore per la seconda volta nella storia di avere in Valchiavenna il presidente della Provincia di Sondrio nella figura di Della Bitta. Invece di lavorare in sinergia si è subito puntato a delegittimarlo con attacchi insensati».
L’accusa di ingerenza viene, però, respinta con forza dalla presidente Capelli, che occorre ricordarlo, può ancora contare su una larga maggioranza composta da Gordona, Novate Mezzola, Samolaco, Menarola, Villa di Chiavenna, Campodolcino, Prata e Madesimo: «Quanto riportato dal sindaco Iacomella non mi risulta corrisponda a verità. Se dei contatti ci sono stati, comunque, non sono stati in alcun modo autorizzati né da me né dal direttivo della Comunità montana».
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