Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 13 Gennaio 2015
Cambia il clima e in valle si diffonde la coltura dell’ulivo
Secondo i dati di Coldiretti Lombardia, infatti, negli ultimi dieci anni, la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a quasi diecimila piante su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.
Il caldo record di questi giorni nei mesi invernali può causare alcune problemi alle colture tradizionali, ma ha invece favorito gli uliveti, sempre più diffusi anche in provincia.
Secondo i dati di Coldiretti Lombardia, infatti, negli ultimi dieci anni, la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a quasi diecimila piante su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.
In pratica l’ultima frontiera dell’olio d’oliva italiano si è spostata sulle Alpi, oltre il 46esimo parallelo e in Valtellina uno dei pionieri in tal senso è stato Carlo Baruffi che ha iniziato a coltivare l’ulivo dodici anni fa a Poggiridenti, comune a 564 metri sul livello del mare, su una parte di vigneto.
«Quando ho iniziato, gli altri mi davano del pazzo, adesso mi chiedono consigli - racconta il settantunenne Baruffi - Ho iniziato con una cinquantina di esemplari arrivati dal Garda, mentre adesso ne ho 360 da tutta l’Italia, comprese le taggiasche della Liguria e produco un olio di alta qualità che poi regalo agli amici quando vengono ad aiutarmi nella raccolta. Io ho piantato gli ulivi perché alla mia età mi piaceva l’idea di riuscire a vederli grandi. Ma se uno dovesse fare solo questo non basterebbe per vivere. Diciamo che vanno bene per diversificare le coltivazioni».
«In collaborazione con il Cnr di Cosenza stiamo cercando di capire quali siano le varietà più adatte alle nostre zone - fa eco Ivano Fojanini, tecnico dell’omonima fondazione valtellinese – con una sperimentazione in particolare su piante istriane e marchigiane. Il riscaldamento globale ma anche lo specifico microclima che c’è nelle nostre zone ci aiuta nella coltivazione, con una produzione di alta qualità a rese costanti».
Innovazione, dunque, ma sfruttando pur sempre una delle caratteristiche care da sempre all’agricoltura e agli agricoltori: «La capacità dell’agricoltura è sempre stata quella di trovare l’innovazione nella tradizione, cercando di ottenere il meglio dai mutamenti economici e climatici. - evidenzia Alberto Marsetti, presidente di Coldiretti Sondrio - Gli uliveti di montagna rappresentano un aspetto di questa sfida. L’Expo servirà anche a raccontare la terra che cambia e come l’uomo cerca di adattarsi».
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