Cronaca / Circondario
Mercoledì 22 Ottobre 2014
Calolzio: Trafilerie Brambilla
Un passo avanti per la cassa
Un altro tassello è stato posto per avviare la cassa integrazione straordinaria alle Trafilerie ex Brambilla di Calolziocorte
Un altro tassello è stato posto per avviare la cassa integrazione straordinaria alle Trafilerie ex Brambilla di Calolziocorte. Di fatto, i contenuti dell’accordo ci sono, mancano solo le firme che dovrebbero essere scritte nell’incontro di mercoledì 29.
Ieri, al tavolo regionale a Lecco, si sono incontrati il curatore nominato dal tribunale, i rappresentati di Confindustria, del Comune di Calolzio e Elena Rossi (Fiom) e Enrico Azzaro (Uilm).
Il vertice era stato convocato per costruire le condizioni per un accordo che in seguito dovrà avere il parere favorevole del ministero del Lavoro. Nell’auspicio dei sindacalisti e soprattutto dei 75 lavoratori ancora in organico alle Trafilerie, la cassa integrazione straordinaria deve essere lo strumento per ridare continuità produttiva e occupazionale alla fabbrica.
Come spiega Enrico Azzaro della Uilm, «abbiamo appreso dal curatore che vi sono alcuni interessamenti di soggetti industriali, anche su pezzi della Trafilerie. Su questo punto - continua il sindacalista - abbiamo dichiarato, pur nel rispetto delle competenze e dei doveri del curatore Luigi Bolis, di porre attenzione alla cessione di pezzi o rami di azienda in quanto si depaupererebbe la produzione pregiudicando la rioccupazione dei lavoratori».
Le istituzioni hanno annunciato di essere impegnate per realizzare tavoli sulla formazione che dovrebbero consentire percorsi di occupabilità. «Purtroppo -nota Azzaro - come abbiamo riferito al tavolo regionale, nel Lecchese risulta più difficile che altrove la ricollocazione dei lavoratori. Al momento - continua il segretario della Uil m di Lecco - si è riusciti a non mettere parola fine a questa vicenda grazie alla lettera di intenti della società turca, che necessariamente deve concretizzarsi in atto industriale vero. Ad ogni modo non deve sfuggire che la legge Fornero parla chiaro, dalle imprese in procedura senza possibilità di ripresa si apre la mobilità, ovvero il licenziamento. Sulla legge Fornero, mi chiedo perché il Parlamento non stracci questa legge inadatta e inadeguata per il nostro paese alle prese sia a difendere che a creare occupazione».
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