Cronaca / Circondario
Sabato 19 Ottobre 2013
Calolzio: le Trafilerie Brambilla
fermano i motori
L’impresa ha formalizzato la richiesta di cassa integrazione per 82 dipendenti
Da lunedì 21 l’avvio dell’ammortizzatore sociale straordinario che avrà durata di un anno
Per le Trafilerie Brambilla e i suoi dipendenti questo è un momento delicato: la direzione aziendale ha annunciato il fermo dell’attività produttiva.
E’ datata 15 ottobre la raccomandata che la società Trafilerie Brambilla ha inviato all’agenzia regionale per il lavoro, ai sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, ai rappresentanti sindacali dell’azienda e a Confindustria Lecco. Nella lettera si formalizza la richiesta di «cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per cessazione d’attività». La richiesta di cassa interessa 82 dipendenti, di cui 67 operai e 15 impiegati.
Nella lettera l’azienda spiega «Vi comunichiamo che la società si trova costretta a chiedere il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per cessazione d’attività nello stabilimento di Calolziocorte a causa del cattivo andamento dei mercati di riferimento, fattore che ha causato una forte tensione finanziaria all’interno dell’azienda. Il contesto aziendale economico e finanziario così rappresentato non consente di evitare il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività non sussistendo altre soluzioni compatibili con la prosecuzione dell’attività».
L’ammortizzatore sociale avrà durata di dodici mesi a decorrere da lunedì 21 e interesserà 82 dipendenti che saranno sospesi a zero ore dal lavoro.
Si lascia intendere però che l’attività continuerà nelle prossime settimane dal momento che l’azienda nella lettera specifica che: «I criteri di rotazione dei lavoratori saranno definiti compatibilmente con le esigenze aziendali e le caratteristiche professionali dei lavoratori». Questo significa che proseguirà una piccola parte dell’ attività industriale.
La lettera dell’azienda serve ad attivare l’iter per l’ottenimento della cassa, e già settimana prossima, forse martedì, si svolgerà un incontro in Regione Lombardia per l’avvio della procedura.
In base agli ultimi dati disponibili, cioè quelli relativi al bilancio consolidato del 2011, l’ultimo depositato in Camera di commercio, il fatturato aziendale è pari a 48 milioni di euro, il presidente del consiglio di amministrazione era Vittorio Brambilla, il padre dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla, con il 49,9% delle quote. Poi c’era una quota intestata ad Annamaria Brambilla, la sorella di Vittorio Brambilla, che controllava il 19,4% della società. Sempre nel bilancio 2011, è specificato che l’onorevole Brambilla e la sorella Federica detenevano una quota pari allo 0,004% a testa, ma attualmente non comparirebbero più neppure con questa piccolissima percentuale. Mentre - sempre secondo i dati del bilancio 2011 - Alessandro Valsecchi, cugino dell’onorevole, risultava essere consigliere e amministratore delegato della società, ed era presente con una quota del 27,4%. Infine, Simona Valsecchi, a sua volta parente della famiglia Brambilla, deteneva l’1,2% della società specializzata nella produzione di acciaio inox, una produzione molto delicata e che in zona viene realizzata solo da un’altra società, la Rodacciai.
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