
Cronaca / Valchiavenna
Lunedì 23 Dicembre 2013
Calcio Chiavenna, nessun
contributo dal Comune
Il presidente Della Bella critica l’amministrazione che non sostiene la società - Ma le norme consentono aiuti solo alle attività sportive che non sono agonistiche
«Da tredici anni siamo impegnati per fare giocare i ragazzi, con la massima attenzione agli aspetti educativi. Purtroppo non è sufficiente per ricevere un aiuto dal Comune». C’è tanta amarezza nelle parole di Mauro Della Bella, presidente del Calcio Chiavenna dal 2002, anno della fondazione della seconda società calcistica della città.
Anche quest’anno, per affrontare le spese di gestione del campionato, la dirigenza si è rivolta all’amministrazione comunale per chiedere una mano.
«Siamo una società dilettantistica, siamo impegnati per consentire a più di venti ragazzi di giocare a pallone senza troppe pretese dal punto di vista dei risultati, ma con la chiara volontà di offrire un’opportunità di aggregazione e di divertimento sano ai nostri giovani – premette Della Bella -. Purtroppo dobbiamo fare i conti con le spese legate all’iscrizione, alle strutture che ospitano le attività e a tutti gli altri aspetti. Ci sembra naturale, vista la funzione sociale di una società sportiva, chiedere un piccolo supporto all’amministrazione comunale della nostra città, con la quale condividiamo anche il nome della squadra».
Anche quest’anno, invece, dall’amministrazione è arrivata una risposta negativa. Da piazza Bertacchi, infatti, si rileva che gli interventi delle associazioni sportive, per essere ammessi ai contributi, secondo i criteri applicativi elaborati dalla giurisprudenza della Corte dei conti, devono essere riferiti ad attività sportive non agonistiche, ossia di base, essendo previsto che l’impiego delle risorse finanziarie dei Comuni debba essere finalizzato a stimolare, gestire e assistere le manifestazioni sportive a carattere ludico, nell’interesse di tutta la popolazione . In tal senso – sempre secondo quanto comunicato dal Comune – non si è ritenuto che sussistano i requisiti per un’associazione che, a differenza di quelle ammesse al contributo, non ha un settore giovanile e non svolge attività integrative nelle scuole o rivolte a persone con difficoltà psicofisiche.
Nella piena consapevolezza delle difficoltà finanziarie degli enti locali, Della Bella non può fare a meno di esprimere la propria amarezza. «Crediamo che, anche in assenza di un settore giovanile, l’attività di una società sportiva contribuisca al benessere di una comunità, anche perché rappresenta un mix di passione sportiva e volontariato. Di fronte a questa assenza di sostegno è naturale esprimere delusione e amarezza».
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