Cronaca / Morbegno e bassa valle
Giovedì 10 Ottobre 2013
Caccia alla Culmen
Lav: rischio multa
per i cacciatori
L’associazione animalista ha preso in esame l’abbattimento dei cervi deciso dalla Provincia
«Il piano faunistico non si può cambiare con una semplice delibera»
«La delibera della Provincia è illegittima, perché non sottoposta ai passaggi tecnici di valutazione ambientale, obbligatori per i Piani faunistici. Se è illegittima la delibera, lo sono di conseguenza anche gli abbattimenti: chi, da oggi, ammazza un cervo sulla Colmen è imputabile di reato di abbattimento di fauna protetta». Massimo Vitturi, responsabile nazionale del settore caccia e Fauna selvatica della Lav (Lega anti vivisezione), spara a zero contro l’apertura della caccia ai cervi sulla Colmen di Dazio, che entra in vigore proprio oggi.
Sollecitato da numerosi cittadini, il portavoce dell’associazione animalista ha ingaggiato una battaglia legale contro la Provincia «diffidandola a ripristinare la situazione preesistente sul territorio della Colmen» che sino a ieri e da 50 anni, era zona protetta, di ripopolamento e selezione di cervi. Vitturi punta l’indice sulla decisione dell’ente provinciale che con recente delibera ha modificato il Piano faunistico venatorio trasformando la zona di ripopolamento “in zona speciale con divieto di ogni forma di caccia eccetto il cervo”. Una soluzione di ripiego che arriva dopo la bocciatura dell’Ispra (l’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente) al programma di controllo straordinario sulla popolazione di cervi inoltrata dalla Provincia a giugno. In base alla delibera provinciale, oggi scatta il prelievo dei capi. Una decisione presa dalle istituzioni, ma non certo condivisa da tutti gli abitanti del circondario che temono anche situazioni di pericolo per chi frequenta la bella zona della Colmen,riconoscibile montagnetta che svetta fra Dazio,Morbegno, Ardenno e , di fronte, a Talamona.
Un comune sentire che secondo la Lav ha fondamento e ragioni legali. «Com’è noto il Piano faunistico venatorio è un documento di programmazione adottato in tutta Italia, che prevede una serie di passaggi burocratici obbligatori - spiega il portavoce della Lav - il Piano è sottoposto prima a Vas (Valutazione ambientale strategica), in modo da comprenderne l’impatto sull’ambiente in cui viene inserito». Questa impalcatura cade totalmente nel caso specifico della Colmen.
«Qui - prosegue Vitturi - una semplice delibera provinciale ha portato modiche sostanziali al Piano che non sono state nemmeno sottoposte a Vas. Discorso che vale anche in una situazione “sperimentale” dove di fatto si cambia il regime di tutela previsto dal Piano faunistico, svuotando di valore lo strumento programmatorio». Premesso questo, «la modifica al Piano risulta illegittima,come la delibera che ne sta all’origine. Da qui la diffida che viene inoltrata alla Provincia di Sondrio dai nostri legali affinché si rientri al regime preesistente» previo annullamento del recente provvedimento firmato da Palazzo Muzio, «che si farebbe in autotutela, quindi in tempi immediati attraverso una nuova delibera o un decreto del presidente della Provincia». Se la modifica del Piano è illegittima, «allora lo sono anche gli abbattimenti in essa disciplinati».
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