Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 22 Agosto 2013
Botte alla compagna
Il giudice: via da casa
Applicato per la prima volta anche in Valle il “dl femminicidio”
Una donna si è rivolta ai carabinieri dopo essere stata picchiata
Il compagno di 24 anni di Morbegno ora deve starle alla larga
Il decreto legge contro la violenza sulle donne trova applicazione in Valtellina. Un primo atto a cui - di certo - altri ne seguiranno, visto che l’odioso reato di stalking è sempre più “gettonato”, in linea con quanto accade nel resto del Paese.
Un giovane di 24 anni ieri è stato allontanato da casa con un provvedimento d’urgenza richiesto dal magistrato e autorizzato dal Gip del Tribunale di Sondrio, dopo che la sua convivente, una ragazza di 23 anni, si è presentata alla caserma dei carabinieri di Morbegno raccontando di aver subito un’aggressione da parte sua.
La richiesta di aiuto
La giovane ha riferito in lacrime di essere stata aggredita e picchiata dal convivente, un disoccupato del posto. Dopo le cure al Pronto Soccorso (prognosi 5 giorni per ecchimosi al volto e a un braccio), il capitano Claudio De Leporini, comandante la Compagnia di Sondrio, ha subito informato telefonicamente il pm di turno, Giacomo Puricelli ed ha ottenuto dal magistrato Carlo Camnasiol’ok per l’allontanamento d’urgenza del giovane.
Trova così applicazione anche il Valtellina il decreto entrato in vigore lo scorso 17 agosto. L’uomo dovrà tenersi alla larga da quella che fino a ieri era anche casa sua, non potrà neppure recarsi ne gli stessi luoghi frequentati anche dalla compagna, diversamente rischia di finire in cella.
Il 24 enne morbegnese ieri era atteso in Tribunale per la convalida del provvedimento, ma non si è presentato. Poco importa. Il divieto gli è stato impartito. Ora dovrà rispettarlo.
Non ha invece ancora trovato applicazione in Valle l’altro “passaggio” importante del decreto legge che attende di essere recepito dal Parlamento. Ma è solo questione di giorni, visto il numero elevato di denunce per stalking presentate in Valle a cui hanno fatto seguito provvedimenti che vanno dall’arresto, al divieto di avvicinamento: quello relativo alla notifica obbligatoria anche alla parte offesa (o al suo legale)dell’eventuale modifica della misura cautelare inflitta allo stalker. Questo significa che se un marito (o un compagno) che è stato violento e per questo incarcerato, torna ad esempio in libertà, anche l’ex convivente verrà a saperlo in tempo reale e comunque in tempo utile per presentare memoria o per prendere provvedimenti.
Notifica obbligatoria
Ciò vale anche per l’eventuale richiesta di archiviazione e del relativo provvedimento: anche la parte offesa dovrà essere preventivamente informata.
Il decreto legge prevede poi aggravanti sia per i maltrattamenti commessi in presenza di un minore di 18 anni, sia per lo stalking, se a commetterlo è un coniuge, anche se non è separato o divorziato.
E poi - finalmente - tra le aggravanti figura pure l’uso di “strumenti informatici e telematici”, quindi telefonini e pc dai quali vengono inoltrati sms o mail che spesso gettano le vittime nel panico, impedendo loro di vivere una vita normale.
Anche le donne straniere vittime di violenza ora hanno un’arma di difesa in più in quanto avranno diritto ad uno speciale permesso di soggiorno.
Patente sospesa
Senza arrivare ad estremi rimedi (come l’arresto) sono previsti “strumenti” dissuasivi intermedi. Ad esempio il questore - anche in assenza di formale querela - può ammonire l’autore della violenza domestica e può chiedere al prefetto di sospendergli la patente di guida da uno a tre mesi.
Un decreto legge, dunque, che presenta molte novità e che dovrebbe agevolare le vittime a sporgere denuncia.Ed è quello che le donne sempre più spesso fanno dopo anni di retaggio culturale che ha costretto a sopportare violenze domestiche - spesso legate all’abuso di alcol - vissute quasi come “normali” nell’ambito di un rapporto di coppia. Non sono quindi aumentati i casi di violenza, ma è cresciuto il coraggio di denunciarli.
E una volta che il passo è fatto, non si potrà più tornare indietro. Con il nuovo decreto legge, infatti, al pari della violenza sessuale l’atto formale sarà irrevocabile.
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