«Bollywood aveva rinunciato?
Le bugie hanno le gambe corte»
Il caso delle riprese vietate a Villa Monastero diventa una sorta di giallo a puntate
Daniele Nava spiega: «Mai ricevuto mail di disdetta. L’ho fatto solo per i due marò»
«Visto che sono dalla parte della verità e che non mi piacciono le strumentalizzazioni, confermo, corroborato da prove che consistono in mail con date precise, che non ero a conoscenza del cambio di rotta dichiarato da Film Commission, se mai c’è stato».
Il presidente della ProvinciaDaniele Nava chiarisce il giallo dopo le polemiche scatenate dalla decisione di non autorizzare alcune riprese cinematografiche all’interno di Villa Monastero di una produzione indiana.
Ma ricostruiamo la vicenda che ha fatto il giro d’Italia a chissà se è arrivata fino in India. Mercoledì pomeriggio Nava diffonde una nota stampa in cui spiega le motivazioni della sua scelta, dettata da motivazioni di tipo politico: il no alle riprese a Villa Monastero è in solidarietà con la vicenda dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ingiustamente prigionieri in India.
Il giorno dopo, Alberto Corsi presidente di “Film commission Lombardia” chiarisce però che già Bollywood aveva disdetto per motivi economici eventuali riprese a villa Monastero. Il budget non permetteva di girare troppi esterni all’estero.
Nel mezzo della vicenda spuntava Paolo Cagnotto, referente di Lecco Film Commission che polemizza con Nava e definisce la decisione « una strumentalizzazione politica gratuita e fuori luogo. La richiesta di utilizzo della villa è stata avanzata nell’ambito di una collaborazione con le produzioni orientali che prosegue da quattro anni. Produzione che coinvolge operatori economici e turistici del nostro territorio».
Ad innescare la confusione è stata proprio una mail inviata da Cagnotto all’Amministrazione provinciale in data 28 gennaio, e una scarsa comunicazione tra la Lecco Film Commission e i responsabili della Film Commission Lombardia, perché Cagnotto e i colleghi lecchesi non sapevano nulla del diniego della casa produttrice indiana.
Un disguido che ha innescato una lunga serie di polemiche soprattutto per quel no che gli indiani hanno pronunciato agli alti livelli ma non è arrivato ai lecchesi. La Lecco Film Commission probabilmente avrebbe dovuto mandare velocemente una mail a Villa Locatelli dicendo che era stato tutto annullato.
Paolo Cagnotto però la pensa in tutt’altro modo.
«La mail del 28 gennaio non era una richiesta ufficiale ma solo una fase conoscitiva per raccogliere la disponibilità o meno per l’uso della struttura, e per valutare eventuali costi. La richiesta ufficiale sarebbe stata fatta in seguito dalla casa di produzione, nel momento sarebbe arrivata la conferma da parte del regista - dice Paolo Cagnotto - perciò non era necessaria una disdetta alla prima mail».
Sta di fatto che ieri Daniele Nava è tornato sulla vicenda.
«Tengo a precisare che non ho mai denigrato e messo in discussione il lavoro della Film Commission e della casa cinematografica. La decisione è stata presa sulla base di convinzioni precise e al di là dell’interlocutore, che oggi purtroppo non coglie o non vuole cogliere il nocciolo della questione». Che era e resta quella di difendere i nostri due marò.
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