Cronaca
Domenica 06 Marzo 2016
Bizzozero querelato da Salvini
«Svelerò in aula le bugie leghiste»
Il segretario lumbard porta in tribunale il sindaco di Cantù: «Ha offeso partito e militanti». Il primo cittadino: «Meglio, così potrò dimostrare ancora una volta le malefatte del Carroccio»
Uno sfogo impetuoso, senza badare troppo all’etichetta, di quelli a cui il sindaco di Cantù Claudio Bizzozero ha ormai abituato i cittadini. Ma stavolta di diretti interessati dalle sue invettive, ovvero la Lega Nord, non hanno digerito le parole utilizzate, tanto più visto che si tratta di un rappresentante delle istituzioni.
E il Carroccio l’ha querelato. Il sindaco ha ricevuto comunicazione ufficiale dal tribunale di Como, con la notifica della denuncia presentata dal segretario federale Matteo Salvini, rappresentato dal legale Claudia Eccher del foro di Trento. Che i rapporti tra Bizzozero e i padani fossero tutt’altro che idilliaci non è una novità, visto che proprio alla Lega, accusata dal sindaco canturino di aver tradito lo spirito con cui questa nacque, ha sempre riservato gli strali più avvelenati.
Strali che stavolta però non cadranno nel vuoto, visto che Salvini è deciso a portare il primo cittadino canturino in tribunale. Le parole incriminate sono contenute in un post che Bizzozero scrisse sulla sua bacheca di Facebook – quindi con migliaia di potenziali lettori – il 7 febbraio dell’anno scorso. Tema, i dati relativi alla pressione fiscale: «I lombardi i più tartassati (ma vaaaaa???) – si legge - grazie Lega!!! Davvero grazie!!! Trent’anni di palle per arrivare a ’sta situazione di merda??? e ancora parlate???». E a questo punto, sempre parlando dei leghisti, dice che questi devono proprio avere la faccia come un’altra parte - di solito meno esposta - del corpo.
Ora spetterà al magistrato decidere se rinviare a giudizio il sindaco canturino oppure archiviare il tutto. Una pagina «triste e patetica» scritta da questa amministrazione, che «ancora una volta fa salire alla ribalta della cronaca Cantù per i motivi sbagliati»: non è felice di questa iniziativa nelle aule tribunale il deputato leghista Nicola Molteni, ma «non si poteva tollerare oltre».
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