Cronaca
Martedì 31 Maggio 2016
Bizzozero dal giudice
L’avvocato del patron
«Agito in buona fede»
Lunedì gli interrogatori. Dopo il blitz di giovedì all’alba: «Riteneva che l’operazione fosse legittima». Presto il legale chiederà gli arresti domiciliari
Lecco
All’alba del quarto giorno di detenzione - sezione “colletti bianchi”, carcere di San Vittore - Stefano Bruni, 53 anni, commercialista, ex sindaco di Como arrestato per i reati di bancarotta concordataria e fallimentare aggravata e abusivismo finanziario, ha risposto ieri mattina alle domande del gip Cristina Mannocci.
«Non ho mai nutrito alcun dubbio sul fatto che quei titoli fossero spendibili», ha detto in sostanza Bruni controbattendo alle richieste di chiarimento del giudice che gli chiedeva delle ormai celebri obbligazioni Jp Morgan, causa diretta - secondo la prospettazione della Procura di Milano - dello svuotamento delle casse delle società costituite dopo il crac di Aipa, l’agenzia privata di riscossione tributi titolare di contratti di appalto con circa 800 Comuni italiani. Assistito dall’avvocato Giuseppe Sassi, Bruni ha sostanzialmente ribadito concetti già espressi davanti al pubblico ministero nel corso dell’interrogatorio reso alla metà dello scorso mese di aprile.
Sempre, davanti al gip è comparso anche il patron della società Calcio Lecco, l’imprenditore di Cermenate Daniele Bizzozero, assistito dall’avvocato Luca Marani: «Bizzozero - ha riferito il suo difensore - ha confermato di essere assolutamente convinto della correttezza del proprio operato. Quando ha ceduto quei titoli, riteneva che l’operazione fosse legittima e conforme alla normativa». L’avvocato di Bizzozero ha annunciato l’intenzione di chiedere che al suo assistito siano concessi gli arresti domiciliari.
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