
Cronaca / Valchiavenna
Martedì 23 Luglio 2013
Betoniera sulla ferrovia
Traffico in tilt a Novate
Tragedia sfiorata a Novate - L’autista per evitare un altro mezzo pesante ha sfondato il guardrail
Tam, titolare di Beton Alpi: «Non è stato un caso. Strade strette e piene di buchi, così non si lavora sicuri»
L’autista si è spostato sulla destra per evitare un altro mezzo pesante, la sua betoniera ha abbattuto il guardrail ed è finita sulla ferrovia. Fortunatamente in quel momento non passavano treni, anche perché la tratta Colico-Chiavenna è bloccata dai lavori di sistemazione della linea. L’incidente di ieri pomeriggio ha provocato soltanto – si fa per dire – la chiusura della statale 36, sulla quale passano anche i bus sostitutivi della ferrovia.
Poco prima delle 14 di ieri, una betoniera dell’azienda Beton Alpi di Samolaco, guidata da S.B., ha travolto la barriera metallica che separa la 36 dalla ferrovia. Il mezzo pesante è finito a un passo dai binari. Il conducente è rimasto praticamente illeso, ma la posizione del mezzo ha fatto scattare immediatamente l’allarme. Non tanto per il rischio di passaggio di treni, ma soprattutto per la possibile presenza di corrente negli impianti aerei.
Dalla centrale operativa dei vigili del fuoco di Sondrio è partita una segnalazione al centro operativo di Rfi di Milano Lambrate, mentre da Mese è uscita una squadra di pompieri. Per spostare la betoniera dai binari è stato utilizzato un mezzo di un’azienda dell’Alto Lario. Il veicolo coinvolto nell’incidente è stato sollevato e depositato sulla statale, poi è stato portato via.
L’intervento della Polizia stradale di Mese e dei carabinieri della Compagnia di Chiavenna ha permesso di limitare i disagi nel giro di poche decine di minuti. Le auto sono state deviate sulla Trivulzia, anche se non sono mancate le difficoltà all’altezza del passaggio a livello. Si sono formate delle code abbastanza lunghe. Per i mezzi pesanti, invece, è stata necessaria una lunga attesa.
Si ripropone, dopo questo incidente il problema della sicurezza nel tratto di statale 36 che costeggia la ferrovia. Un guardrail non offre una protezione adeguata in caso di incidenti che vedono coinvolti mezzi pesanti. In caso di contatto fra vetture e treni, le conseguenze possono essere pesantissime. Ora è necessario sistemare alcune decine di metri di strada con il posizionamento di una nuova barriera metallica. Potrebbe essere una buona occasione anche per coprire i buchi dei sottopassi della ferrovia che si trovano a poche decine di metri dal luogo dell’incidente di ieri. Sono passati tre anni dall’ultimo incidente mortale- nel giugno del 2010 aveva perso la vita un motociclista lecchese - ma nessuno finora è stato capace di intervenire.
«Le strade e la burocrazia stanno soffocando le imprese. Siamo stufi e preoccupati». Tarcisio Tam, titolare di Beton Alpi, è intervenuto sul luogo dell’incidente di ieri. Di fronte all’ennesimo episodio di questo tipo che si verifica sulla principale strada della Valle, per l’imprenditore valchiavennasco è stato inevitabile esprimere la propria amarezza. «Ogni giorno dobbiamo fare i conti con la burocrazia che complica la vita alle aziende del settore estrattivo, cominciando dai regolamenti che definiscono il settore dell’estrazione – premette -. Si fa moltissima fatica ad andare avanti, le proviamo tutte per non licenziare i nostri trenta dipendenti. Non so fino a quando potremo resistere, per fortuna c’è tanta voglia di creare lavoro. Sembra che il sistema Italia faccia di tutto per farci chiudere».
Poi ci sono le condizioni delle strade. «L’incidente è stato causato dall’incrocio fra due mezzi pesanti: per evitare uno scontro frontale che avrebbe determinato conseguenze gravissime, il nostro autista si è spostato verso destra e ha abbattuto il guardrail. Due anni fa abbiamo avuto un incidente del tutto simile. Non si tratta di eventi casuali, dipende dalle condizioni delle strade. Sono strette e piene di buchi. Dopo ogni cantiere rimangono i segni sull’asfalto. Con queste infrastrutture non si lavora in sicurezza. Speriamo che si apra presto il sottopasso di Novate, da anni aspettiamo quest’inaugurazione. Con la chiusura del Monte Piazzo abbiamo perso centinaia di euro al giorno».
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