Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 05 Luglio 2013
«Basta demagogie
Sulle Province
sentire il territorio»
Sertori ora rilancia la battaglia per l’ente locale
«Era un provvedimento assurdo e senza vantaggi
Adesso la riforma vera si faccia ma dal basso»
Sondrio È soddisfatto: sono stati cancellati i decreti di Monti che volevano spazzar via le Province. È soddisfatto dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha cancellato il decreto di abolizione delle Province, ma non abbassa la guardia e rimane combattivo sul riordino istituzionale che deve avvenire in maniera sensata e dopo un confronto costruttivo e non in modo strumentale, sparando per principio sulle Province.
Parte da qui, da questi stati d’animo Massimo Sertori, presidente della Provincia di Sondrio e dell’Upl (l’Unione Province lombarde). «La sentenza ha ucciso i decreti del Governo Monti sull’abolizione delle Province - ha spiegato - dando ragione a noi che sin dal primo momento abbiamo detto che era un passaggio che non si poteva fare. Del resto l’abolizione delle Province era e resta una “cazzata” talmente grande che, nonostante tutto quello che è accaduto in questi due anni io, che sono un tipo ottimista, ho sempre pensato che anche se fosse divenuto realtà poi si sarebbero resi conto della stupidaggine fatta e le avrebbero comunque ripristinare».
Non c’è comunque stato bisogno di questo ravvedimento, visto che a cancellare il provvedimento ci ha pensato con la sua sentenza la Corte costituzionale. Una battaglia, dunque, è stata vinta, ma non la guerra, visto che il Governo ha ribadito di voler comunque proseguire lungo la strada tracciata: «Il comunicato del Governo - ha sottolineato Sertori - mi rammarica. Guardiamo sempre all’estero, ma in questo senso non ci rendiamo conto che in Francia, Svizzera e Germania esistono enti equivalenti alle nostre Province e addirittura in Germania il loro presidente è il rappresentante dello Stato sul territorio e svolge le funzioni anche di Prefetto».
Il caso estero
Gli “enti Provincia”, dunque, funzionano bene all’estero e anche in Italia abolirle non porterebbe certo i vantaggi conclamati in termini di risparmi nei costi della politica, anzi: «Mi auguro - ha proseguito il presidente dell’amministrazione provinciale sondriese - che la sentenza della Corte costituzionale porti alla ragione. Se in Lombardia tagliassero le Province i loro 6.300 dipendenti confluirebbero in Regione, il cui contratto è superiore del 30% rispetto a quello delle Province. I costi quindi aumenterebbero. Allo stesso modo, da quando alcune strade dall’Anas sono passati in gestione alle Province i costi di manutenzione si sono ridotti del 20%. Inoltre, l’accentramento è dispersivo, mentre più l’amministrazione è vicina al cittadino più il servizio è efficiente e il cittadino stesso può avere funzione di controllo.
Il confronto sull’assetto
E proprio in base a questi principi deve essere portato avanti il confronto sul riordino istituzionale italiano: «Siamo disponibili al confronto - ha concluso Sertori - e sono il primo ad ammettere che alcune Province possono pure essere abolite in Italia. L’importante, però, è che le Province non vengano individuate come “target” demagogico, come avvenuto finora, ma si discuta davvero per ridurre i costi e aumentare l’efficienza, includendo nel dibattito il numero dei Parlamentari e le competenze delle Regioni».
Le istanze di Sertori, verranno peraltro portate al capo del Governo Letta, da Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, in un incontro in programma oggi.
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