Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 07 Gennaio 2014
«Bagnini sul lago,
servizio ora a rischio»
Lo paventa Patrizia Gobbi, madre di Claudio Brunetti annegato nel lago di Como nel 2007 - Dalla morte del figlio si è battuta per rendere sicura la balneazione istituendo i presidi sulle coste
Il 4 gennaio Claudio Brunetti avrebbe compiuto 22 anni. La sua giovane vita si è spezzata il 12 luglio del 2007 al largo della spiaggetta di Piona dove con un amico, da Delebio, era andato a nuotare. Nessuno si è accorto della tragedia, le cronache di quel giorno raccontano di una turista svizzera che in lontananza ha visto Claudio alzare le braccia e poi sparire sott’acqua, ma «il pensiero che abbiamo fatto immediatamente, io e mio marito - dice oggi la mamma di Claudio, Patrizia Gobbi - è che forse mio figlio si sarebbe salvato se quel giorno ci fosse stato un bagnino».
“Grandi cose si possono fare con la forza di volontà e non c’è forza più grande di quella che nasce da un grande dolore” ha voluto scrivere Patrizia sulla copertina del quinto calendario realizzato per l’anno nuovo dalla onlus “Amici di Claudio” di cui è infaticabile presidente. Per Patrizia, papà Armando, il fratello Riccardo e i tanti che hanno voluto bene a Claudio, riuscire a portare sulle sponde del lago un servizio di salvataggio per i vigilare sulla sicurezza dei bagnanti, è diventata una missione, una ragione di vita per dare un senso a una perdita che senso non aveva. Grazie all’impegno e alla forte determinazione di mamma Patrizia, che ha cominciato a bussare agli enti come la Società di salvamento di Sondrio, l’allora presidente della Provincia Fiorello Provera, la Provincia di Lecco e i comuni di Colico e Sorico, già nell’estate del 2008 il servizio era partito, dopo che a Piona c’era stata una altra tragedia: un giovane egiziano era annegato a due passi dalla riva, nell’indifferenza generale.
«In cinque anni, pur tra mille difficoltà, i bagnini sono aumentati di numero - racconta Patrizia - la scorsa estate avevamo tre postazioni a Colico, due al Montecchio, di qua e di là dall’Inganna, dove purtroppo abbiamo un po’ di problemi di convivenza con chi pratica il kitesurf, tant’è che abbiamo proposto una migliore delimitazione delle aree dedicate a questo sport, la terza è a Piona e una a Sorico. Il servizio era partito nel 2011 anche a Gera Lario, ma purtroppo l’anno successivo il comune ha fatto mancare il supporto economico per il pagamento dei bagnini e ci siamo fermati. Nel 2012 un uomo è morto proprio davanti al punto in cui avevamo collocato i nostri bagnini». E in questi tempi di bilanci in cura dimagrante per gli enti locali, gli “Amici di Claudio” non sanno ancora se per la prossima estate si potrà dare continuità al servizio che ha contribuito in questi anni, grazie anche alla sinergia con la guardia costiera ausiliaria, l’Opsa e la vedetta della polizia provinciale di Lecco a fare tanta prevenzione e a salvare molte vite.
«I costi del personale sono a carico dei comuni che versano ai bagnini un gettone di presenza di 40 euro al giorno - ancora la delebiese - tutto il resto: torrette, pattini, divise, defibrillatori e quant’altro lo paghiamo noi grazie alle tessere associative, alla vendita dei calendari, delle arance, dei mercatini, delle cene sociali». Un gran lavoro, che oggi coinvolge, in ricordo di Claudio, quasi centotrenta soci, di cui una ventina effettivi, quelli che si adoperano concretamente nell’organizzazione e nelle iniziative di raccolta fondi. Il servizio è attivo da fine giugno a settembre, il sabato e la domenica, ma Patrizia ha un sogno: poter ampliare le vedette anche in altri centri turistici del lago di Como. «È un problema vitale, le vittime del lago sono ancora troppe, mi sento moralmente in dovere di continuare questa battaglia per Claudio e per i tanti che rischiano spesso con troppa ingenuità, mi piacerebbe poter coinvolgere gli operatori turistici: le associazioni di categoria, gli albergatori, chi gestisce i campeggi è importante anche per loro poter avere spiagge sicure, è una questione di sensibilità culturale su cui non mi stancherò mai di insistere».
E gli “Amici di Claudio” per diffondere una maggior consapevolezza dei pericoli legati alla balneazione hanno portato nelle scuole il progetto “Papà ti salvo io” rivolto ai ragazzini delle elementari con la collaborazione della Società di Salvamento e il Miur. Ogni anno il consiglio della onlus delibera anche elargizioni, a seconda delle disponibilità, a favore di progetti ritenuti meritevoli. «Stiamo sostenendo un progetto in Kenya dell’associazione Un Bambino per amico di Cosio e a Laisamis, dove 120 bimbi possono andare a scuola ed avere un pasto nell’asilo di Claudio». C’è anche un sito internet www.amicidiclaudio.altervista.org, realizzato dal fratello di Claudio, Riccardo, fresco di laurea in ingegneria informatica, su cui sfogliare le tappe di questa straordinaria storia di dolore e di rinascita.
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