Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 01 Settembre 2013
Azzo e Agnese sposi a Teglio
Nozze speciali come 485 anni fa
Enorme successo ieri della rievocazione storica del matrimonio celebrato il 1° settembre 1528
In migliaia per assistere alla cerimonia
«Popolo di Teglio gioisci, oggi si celebra il matrimonio fra Azzo II Besta e Agnese Quadrio di Tirano», urla l’araldo dalla finestra.
La piazza è in fermento e accoglie i famigliari degli sposi che sanciscono con la loro unione un legame fra famiglie nobili. Rullo di tamburi ed ecco che il podestà grigione di Teglio, Florin von Adam, in onore degli sposi, fa pubblica grida che vengano amnistiati con effetto immediato, e liberati, i carcerati rinchiusi nelle prigioni delle Piatte.
È iniziata così, ieri a Teglio, la rievocazione storica del matrimonio avvenuto il 1° settembre 1528 nel corso di una giornata a lungo preparata da un comitato di persone, con capofila il Centro Tellino di Cultura.
Se si considera che la manifestazione ha previsto oltre 150 figuranti – tutti con abiti realizzati in questi mesi dalle sarte telline con pregiate stoffe – si capisce l’impegno profuso per un evento che ha richiamato migliaia di persone.
Alla mattina la grida dell’amnistia e il pranzo rinascimentale nei ristoranti (presi d’assalto), mentre il clou dell’iniziativa è stato al pomeriggio con l’accoglienza della bella sposa in piazza Credaro.
Gli occhi non erano puntati soltanto sulla sposa, ma anche sui famigliari, le famiglie delle vicinie che hanno portato i doni, i popolani, ognuno con abiti dai colori sfarzosi e collane di perle oppure con abiti umili dei colori della terra.
A ravvivare nel corso della giornata gli sbandieratori che si sono esibiti più volte e la baghet band, il gruppo di cornamuse bergamasche.
Scenario entro il quale si è collocata la ricostruzione è stato quello degli umili banchetti di sostanze coloranti oppure di chi batteva le monete e chi mostrava i prodotti della terra.
Grande attesa per il rito nuziale celebrato nel protiro di Santa Eufemia dall’allora vescovo Gaudenzio, delegato del cardinale Ippolito d’Este, arcivescovo di Milano, – interpretato con simpatia dal parroco, don Flavio Crosta – concluso con il volo delle colombe.
Il corteo ha raggiunto poi Prà de Resa per la rappresentazione dei giochi (tiro alla fune e gioco del cerchio) prima di entrare tutti (in due turni, tanto numerosi erano i presenti) nel giardino di palazzo Besta dove al banchetto dei novelli sposi sono stati portati i doni dai rappresentanti di Grania, Boalzo, Abriga, Carona e le due parti di Teglio: Pertinasca (aristocratica) e Verida (popolana).
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