Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 02 Luglio 2015
«Autonomia, gli obiettivi erano più alti»
Primo passo, necessario certamente, ma non sufficiente. Soprattutto perché le aspettative, dettate dalle promesse fatte a più riprese dagli esponenti del Carroccio in Regione, a partire dal presidente Maroni nel corso delle svariate visite in Valle, erano alte.
All’indomani dell’approvazione della legge regionale sulle autonomie locali che riconosce un grado maggiore di autonomia alla provincia di Sondrio rispetto agli altri territori lombardi, i commenti si rincorrono.Sono gli autonomisti di Valtellina e Valchiavenna che fanno riferimento ad Andrea Mostachetti e il segretario generale della Cgil Giocondo Cerri, tra i primi convinti sostenitori della battaglia per il mantenimento dell’ente di palazzo Muzio, ad esprimersi.
«L’approvazione della legge regionale è certamente una buona notizia - sottolineano gli autonomisti -. Una vittoria del territorio, degli amministratori e della società civile, anche della nostra associazione che parla di questi argomenti dal 2011, quando a dire ‘autonomia’ e ‘Sondrio’ insieme si veniva guardati come dei matti. Molte delle nostre proposte sono entrate nella carta di Chiavenna e di qui nella legge regionale. Proposte elaborate sulla base non di convenienze e bilancini ma leggendo le esigenze e le potenzialità del territorio». Ma secondo Mostachetti e i suoi la vittoria più grande è aver portato l’autonomia all’ordine del giorno così che oggi ne parlino tutti: dai partiti, ai sindacati fino ai normali cittadini.
Secondo gli autonomisti ci sono almeno due punti particolarmente critici: quello delle acque sulle quali « si poteva e si doveva fare di più» oltre che sulla piena autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria nelle principali materie. «E ci doveva essere - insistono - il riconoscimento statutario di Sondrio come realtà montana di confine con una specificità».
Mostachetti ora rilancia la palla nel campo governativo, «dove in sede di riforma costituzionale e in tutte le altre si dovrà cercare di ottenere nuovamente a Sondrio l’elettività e la costituzionalizzazione della specificità montana». Necessità sulle quali insiste anche Cerri: «Senza la specificità riconosciuta dalla legge Delrio non saremmo qui, ma non possiamo dimenticare - e si rivolge prevalentemente al senatore Pd morbegnese Mauro Del Barba -i lati negativi di quella riforma: il presidente della Provincia non è più scelto dai cittadini, ma è espressione degli amministratori e per questo meno forte ed autorevole. E allora di fondamentale importanza per chi si fa paladino del territorio è rivendicare l’elezione di primo livello».
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