Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 25 Agosto 2013
Aquagranda da salvare
Rocca: «Realtà molto critica»
Il patron del Mottolino scettico «Difficile in questo periodo un accordo anche con Skipass»
le società degli impianti vivono in sofferenza ed è arduo pensare a un impegno sulla struttura
Difficile trovare una via d’uscita a breve per l’Aquagranda di Livigno, la struttura del benessere che sta per chiudere i battenti e che, dalla sua nascita avvenuta soli quattro anni fa, ha collezionato più che altro una nutrita serie di insuccessi. Ne è certo Marco Rocca, patron della Mottolino di Livigno nonché presidente della sezione industria turistica di Confindustria. Pur non avendo a disposizione dati e cifre certe sull’attuale gestione per poter commentare compiutamente sottolinea la difficoltà nel ricercare soluzioni a breve che possano garantire la continuità della struttura. La Livigno spa, società che sta gestendo l’Aquagranda, ha annunciato di voler chiudere e il Comune, a breve, chiamerà a raccolta gli imprenditori per trovare soluzioni, magari interne al paese, operatori che ben conoscano la realtà nella quale dovranno poi operare.
«L’Aquagranda è una struttura complessa - ci ha raccontato - fuori dagli schemi nei quali è solita operare Livigno. Parlare magari di una cordata di imprenditori locali per salvarla la vedo davvero dura. Non sarà facile affrontare una realtà del genere, così negativa». Rocca è scettico anche riguardo ad una possibile collaborazione con l’associazione Skipass, vendendo così assieme tessere per gli impianti ed ingressi allo stabilimento. «L’associazione non ha ancora discusso di questo - ha commentato - ma ci sono già problemi al suo interno ed è impensabile pensare a collaborazioni esterne. Non ci sono più società che fanno utili: basta dare uno sguardo ai bilanci. Non ci sono risorse; impensabile pensare ad ulteriori investimenti o ad un accordo “vuoto per pieno” con l’Aquagranda».
Rocca, oltre alla congiuntura economica del momento altamente sfavorevole che, seppur in minima parte, ha toccato pure Livigno, ha posto l’accento sui canoni di concessione «che paghiamo, davvero spropositati rispetto al resto d’Europa. A mala pena, attualmente, le società raggiungono il break even: non è tutto oro quello che luccica». Difficile, quindi, ipotizzare una soluzione a breve, magari prima dell’avvio della prossima stagione invernale. «Sicuramente l’offerta turistica sarà squalificata dall’eventuale assenza di Aquagranda - ha sottolineato Rocca -; avere questa struttura, turisticamente parlando, è un notevole pregio». Forse però, sulle sorti di Aquagranda, ha pesato anche qualche errore gestionale di troppo. «Molte sono state anche le lamentele sentite in questi anni - ha ammesso Rocca -; sicuramente trovare un ambiente accogliente ed una disponibilità da parte di chi ci opera, in testa il direttore, è un’altra cosa. Non dico che questo avrebbe risolto tutti i problemi, anche perché non conosco i dati, ma una gestione più attenta e professionale avrebbe favorito e facilitato il percorso della struttura».
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