Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 05 Settembre 2013
Aquagranda, la cordata laziale
era tutta una bufala»
Livigno, il sindaco commenta il salvataggio in extremis
Apt: «Speriamo danni limitati». «Ora avanti con il lavoro»
Ha evitato che le acque agitate del centro benessere Aquagranda si trasformassero in un autentico tsunami per l’immagine di Livigno, per questo motivo, a giochi fatti, il volto del sindaco Damiano Bormolini indica la quiete dopo la tempesta.
Dal tavolo delle trattative con la proprietà Aquagranda e la società di gestione Livigno Spa si è alzato da vincitore, evitando lo spettro della chiusura, riuscendo a salvaguardare quella che in questo momento era la priorità per il Comune di Livigno, ovvero l’apertura della parte sportiva della struttura.
Urgenza sistemata
«L’urgenza l’abbiamo sistemata, e abbiamo preso tempo per trovare una soluzione per una nuova gestione», sono le prime parole dopo il traguardo raggiunto. Ma proprio sull’aspetto gestionale Bormolini esce allo scoperto: «La presunta cordata laziale interessata a rilevare la gestione? La proprietà Aquagranda ha smentito qualsiasi trattativa. La fantomatica cordata laziale era una bufala del direttore di Livigno Spa».
Nessuna alternativa
Anche aver scoperto che non c’erano di fatto alternative concrete alla gestione di Livigno Spa non deve aver facilitato le trattative, restringendo il cerchio intorno ai tre interlocutori. Il Comune che ha creato il project finacing con Aquagranda, costo 22 milioni di euro, ha evitato lo spettro della consegna dei libri in tribunale che avrebbero fatto entrare la struttura nel tunnel giudiziario come avvenne all’inizio di questa vicenda. Il Comune, che nel frattempo era passato sotto la guida di Lionello Silvestri, dopo un lunghissimo contenzioso fu costretto a pagare tutti i lavori realizzati dall’azienda partenopea nonostante le presunte inadempienze rilevate dagli amministratori livignaschi.
Ma qual è il prezzo da pagare per il Comune per aver scongiurato la chiusura di Aquangranda? Neppure il sindaco lo sa: «I libri contabili non li abbiamo visti, ma il debito riguarda la parte del mutuo da pagare». La resa dei conti ha portato all’attuale chiusura del thermarium, della black pool, del ristorante e dell’hotel.
Un danno abbastanza irrilevante visto che si va incontro ad un periodo di bassa stagione. Tira un sospiro di sollievo anche il presidente di Apt, Luca Moretti: «La chiusura di Aquagranda sarebbe stata un danno enorme per il nostro paese a livello di immagine. Adesso noi aiuteremo Aquagranda vendendo on line le loro offerte. Speriamo che il danno provocato dell’apertura parziale non sia troppo rilevante».
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