Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 24 Agosto 2013
Anche il parroco scende in piazza
«Ecco la quota per il mio paese»
Caspoggio
All’inizio erano soprattutto i villeggianti, i turisti affezionati di Caspoggio ad accorrere a sottoscrivere l’impegno a contribuire al rilancio della stazione sciistica con successivo versamento di 300 euro a unità abitativa.
Poi, col passare dei giorni, anche i caspoggini si sono lanciati. E quando il caspoggino si lancia, non è che lo fa così, tanto per fare. Lo fa con convinzione.
E’ il caso di don Anacleto Pegorari, originario di Caspoggio, ma da anni parroco di Prata Camportaccio, in Valchiavenna, che, saputo dell’iniziativa dei compaesani, ha subito ritenuto di aderire.
«Anche se, ormai, torno molto raramente a Caspoggio - dice - resto molto legato al mio paese, e, quando ho appreso della situazione, ho ritenuto giusto far pervenire la mia adesione. Credo sia doveroso appoggiare questo progetto di rilancio degli impianti almeno per questo anno in cui la località è priva di una propria amministrazione. Poi, quando il paese avrà il suo sindaco, la sua giunta, ebbene, allora, provvederanno loro a portare avanti tutte le iniziative del caso. Ma, in questa fase così delicata, mi sembrava corretto esserci e dare il mio contributo».
Un ultimo tentativo
Al pari di tanti altri caspoggini, operatori turistici e semplici cittadini, tutti consapevoli che la proposta varata non sia la panacea di tutti i mali, ma, pur sempre, un tentativo per cercare una soluzione condivisa ad un problema ormai annoso.
«E’ tempo che noi caspoggini ci si dia una mossa», dice una pepatissima residente che rifiuta di essere citata con nome e cognome. Al pari di altri compaesani, sbagliando, non osa esporsi pubblicamente su una questione che, invece, riguarda tutti da vicino tanto da indurli a mettere mano al portafogli. «Mi spiace ma non voglio comparire sul giornale - insiste dopo averci chiamato al telefono ed essersi presentata - voglio solo spronare i miei compaesani a mettersi in gioco. Perché siamo già stati presi in giro a sufficienza in questi ultimi vent’anni con la seggiovia. E se non capiamo che dobbiamo cercare di affrontare il problema da noi, non ne usciamo più».
Il sospetto
Poi riprende più duro: « Continueremo ad essere presi in giro. Dico, ha visto cosa ha dichiarato Vismara stamattina (ieri, nda)? E’ la dimostrazione di quanto crede in Caspoggio. E non venga a raccontarci la storiella che non ha potuto aprire perché non c’era l’acqua a disposizione per via dei lavori Enel. Sono salita, a dicembre, a 1200 metri di quota dove c’erano montagne di neve accatastata che aspettavano solo di essere spianate in pista».
Sale la rabbia
Si ferma un solo istante. È ancora arrabbiata, ma riprende il suo sfogo. «Quindi, acqua o non acqua, non si è aperto, perché non si ha voluto aprire. Ma il punto non è questo. Vismara e chicchessia fanno i loro interessi, punto. Noi caspoggini dobbiamo fare i nostri. Ora come ora la proposta di Danilo va sottoscritta perché non c’è altro da fare, che, tra l’altro si è dato un gran daffare dal niente. Dopodichè dobbiamo dare di più, essere più orgogliosi del nostro paese, saper accogliere, sorridere e proporre».
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