Anche Disneyworld vuole Angius
In vista degli Usa si allena a Taceno
Cinque anni fa un infortunio grave alla schiena ma contro ogni previsione medica si è ripreso
E’ passato solo un giorno e dagli Stati uniti è arrivata già una telefonata di Tj Austin il manager d’oltre oceano dello stuntman mandellese Emanuel Angius: «ti vogliono a Disneyworld».
Dopo avere visionato assieme ai responsabile degli show di Disneyword lo spettacolo e il volo della morte,fatto con una moto da trial, si sono detti entusiasti di ospitare il motociclistamandellese per qualche show nell’immenso parco dei divertimenti di Orlando.
«Ero un po’ assonnato quando è squillato il telefono - racconta Angius -. Era Tj, gasato al massimo, entusiasta dei filmati che gli ho spedito tramite internet in America, ma quando mi ha parlato di Disneyword, non capivo a cosa faceva riferimento, perché io ero rimasto ai casinò di Las Vegas mentre Disneyworld è stata una sorpresa.»
Sei mai stato a Disney?
«No assolutamente! Ma ho sempre desiderato andarci, perché tutti dicono che è spettacolare. Ora, però, quando ci andrò sarò io a fare spettacolo a Orlando in Florida con la mia moto da trial».
Come hai imparato a fare questa acrobazia?
«Beh ho visto gli stuntman con le moto da cross e mi sono detto mi piacerebbe provare con una moto da trial che è una news e allora sono andato a cercare tutti gli scarti di gomma piuma dai vari mobilifici della Brianza lo ho caricati sul mio camioncino e ho fatto la spola tra la Brianza e Laorca . Lì un amico mi ha dato un’area dove poter organizzare la mia personale palestra di allenamento, ma ero troppo vicino alle abitazioni e per fare i bisogna provare e riprovare più volte. Quindi mi sono reso conto che nel centro abitato di Laorca non ci potevo stare, così ho chiesto ad un altro amico uno spazio lontano dalle case e l’ho trovato a Taceno in Valsassina. Lì ci posso stare tranquillamente diverse ore senza disturbare nessuno, ma quando sono a Taceno sono sempre molti i ragazzi che vengono a vedermi saltare nella vasca dopo aver fatto il back-flip ripetendolo decine di volte per perfezionare l’atterraggio. È la cosa più difficile in assoluto. Iomi alleno sulla gomma piuma, ma devo prepararmi ai salti sulla terra dove non puoi permetterti di sbagliare»
È rischioso vero?
«Certo che è rischioso.Deve essere tutto perfetto. Dalla partenza all’atterraggio devi calcolare anche il vento che potrebbe cambiarti traiettoria. Devi essere sincero con te stesso e non saltare se non è il momento propizio altrimenti finisce male»
Ti è mai capitato di farti male?
«Purtroppo sì in Sardegna, cinque anni fa, c’era la partenza su un prato e la gomma della mia Montesa è slittata. Lì ho capito che non avrei dovuto saltare ma ormai ero partito. Peccato che sono caduto nell’atterraggio, così dopo essere stato trasportato in ospedale a Nuoro, mi hanno messo delle placche di ferro nella schiena. Mi avevano dett oche non avrei più potuto andare in moto. Ma questo, spero, sia solo un ricordo, oggi non posso più permettermi di sbagliare. Il pericolo ora è il mio mestiere».
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