Al via il Salone del Mobile, la sfida dell’export

Milano

Parola d’ordine: guardare altrove, verso altri mercati e altre opportunità in Paesi emergenti. Tra questi Medio Oriente e India sono in prima fila per alimentare le speranze di sostituire l’export verso gli Usa, appesantito da quel 20% di dazi che ha raffreddato gli ordini. Si aprono quindi mercati meno gravati dai costi, ma ancora in gran parte da esplorare.

Le opportunità

«L’edizione 2025 del Salone del Mobile si annuncia cruciale per consolidare un vantaggio competitivo che richiede visione e coesione. Chi sceglie il Salone, sceglie di cogliere le opportunità della più autorevole piattaforma internazionale di business: un moltiplicatore, unico al mondo, di capitale relazionale – ha detto Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano, in apertura dell’evento e ha ricordato tutto il lavoro di tessitura di nuove relazioni che l’ha vista impegnata nel corso dell’anno - per incrementarne la forza attrattiva, negli ultimi dodici mesi abbiamo svolto 15 missioni all’estero, con il sostegno del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e Agenzia Ice. Siamo stati in Europa, negli Stati Uniti, in India e in Cina, firmando a gennaio il primo Memorandum con l’Arabia Saudita, un passo importante nella collaborazione tra i due paesi, per la promozione del settore arredo e design. Ora che il quadro internazionale si fa ancora più complesso, è fondamentale trovare una via per preservare l’accesso delle nostre imprese al mercato statunitense, il primo mercato Extra-Ue. Quella in corso è una partita che l’Italia deve giocare al tavolo con l’Europa con una strategia negoziale che eviti l’escalation.

Il Salone rappresenta già da ora, con il 73% degli espositori esteri provenienti da Paesi Europei, un atlante di una geografica economica integrata e interdipendente. Alla politica le imprese chiedono nell’immediato sostegno finanziario, per poter affrontare l’urgenza di questo momento - ha aggiunto Porro rivolgendosi alla platea di imprenditori – alcune delle imprese qui rappresentate sono a New York con i loro monomarca, a loro e alla capacità di superare questa fase dev’essere diretto un aiuto da subito».

Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: «il Salone rappresenta un momento fondamentale per il nostro settore e per la filiera del legnoarredo che ha chiuso il 2024 a quasi 52 miliardi di euro, l’export ha sfiorato i 20 miliardi e coinvolge quasi il 15% delle imprese del manifatturiero italiano con circa 300mila gli addetti. Aziende che producono per la grande parte nel nostro Paese» ha tenuto a sottolineare, rivolgendosi al ministro Urso, confidando in un’attenzione della politica per un comparto che alimenta occupazione e che, al momento, vuole rimanere a produrre nei distretti italiani.

I trend

«Dopo un momento di rallentamento, in attesa delle elezioni presidenziali degli Usa, il mercato sembrava essere ripartito in modo positivo – ha spiegato Feltrin - segnali positivi arrivano dalla produzione industriale del mese di gennaio che aveva registrato, rispetto allo stesso mese del 2024, un +7,8% per il mobile e un +7,9% per il legno. Anche le esportazioni del mobile, sempre a gennaio, erano tornate positive con il recupero dei Paesi Ue mentre già davano segnali di flessione per Usa e Cina. Ora lo scenario positivo del mese di gennaio potrebbe restare un dato isolato in conseguenza del caos scatenato dall’annuncio di Trump sui dazi del 20% per tutti i prodotti europei, compresi i nostri. Nonostante ciò, il nostro impegno è rivolto a cercare di consolidare il trend positivo di gennaio anche per i prossimi mesi, valorizzando, proprio attraverso Salone del Mobile.Milano, il lavoro dell’industria del design e della filiera che ne è il motore».

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