Addio all’amministratore di “Lario Reti”
«Il suo impegno, il suo spessore umano»
Folla al funerale di Vittorio Proserpio lunedì nella chiesa della frazione Brongio
Don Massimo: «Ammutoliti di fronte e una morte senza il tempo di un saluto»
Una gran folla ha gremito lunedì la chiesa della frazione di Brongio, dove si è svolto il funerale di Vittorio Proserpio, 70 anni, amministratore unico della società “Lario reti holding”.
Il decesso era avvenuto improvvisamente, nel tardo pomeriggio di sabato scorso, mentre si trovava nella sua villa di via Don Sturzo: a trovarlo, stroncato da un malore, era stata la moglie Enrica, rientrando in salotto dove l’uomo era rimasto a guardare la televisione; vani tutti i tentativi di soccorso.
A dare l’estremo saluto al funzionario sono intervenuti – come si diceva – in tanti: perlopiù, esponenti delle istituzioni, tra cui il consigliere regionale Raffaele Straniero, amministratori provinciali del passato – tra i quali Stefano Simonetti – e di adesso, sindaci ed ex sindaci, rappresentanti di altri enti (come Giuseppe Mauri, vicepresidente dell’autorità di bacino del Lario e laghi minori). A ricordare Vittorio Proserpio con corone e fiori sono stati, tra gli altri, il “Gruppo Lario reti”, i dirigenti e gli “Amici di Nuovamente”, l’associazione per persone con disturbi cognitivi per la quale si adopera la moglie Enrica, galbiatese di origine.
L’omelia del parroco don Massimo Santambrogio ha riguardato principalmente proprio la sfera dell’impegno: «Una così ricca presenza qui, oggi, in chiesa – ha detto - già esprime molto di Vittorio: è un eloquente segnale degli affetti suscitati nella famiglia, nella comunità e nei rapporti anche ufficiali, dove viene pur sempre l’uomo, prima di ogni altra definizione».
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