Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 17 Ottobre 2013
Abolizione delle Province
«Non è una priorità»
Presentati i dati del sondaggio realizzato da Ispo sentendo i sindaci dei Comuni sotto i 15mila abitanti
C’è grande preoccupazione per la perdita di centralità delle realtà più piccole nei rapporti con lo Stato
L’abolizione delle Province non è una priorità e desta forte preoccupazione tra gli amministratori delle realtà più piccole, quelle sotto i 15mila abitanti.
Lo dicono i sindaci dei Comuni italiani rispondendo alle domande di un sondaggio voluto dall’Unione delle province italiane (Upi) e realizzato da Ispo di Renato Mannheimer.
La ricerca è stata presentata mercoledì a palazzo Isimbardi a Milano nel corso dell’incontro di tutte le Province del Nord, organizzato da Upi e dall’Upl presieduta dal numero uno di palazzo Muzio Massimo Sertori, e alla quale ha partecipato anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
L’obiettivo dichiarato della ricerca è quello di analizzare le opinioni e gli atteggiamenti degli amministratori rispetto alla proposta di abolizione delle Province e alle trasformazioni che questo cambiamento comporterebbe.
I risultati della ricerca parlano chiaro sul sentimento degli amministratori delle realtà medio-piccole, quelle che più dei Comuni grandi hanno nelle Province il proprio punto di riferimento.
Per quanto riguarda la valutazione sulla necessità di un intervento di riordino, soltanto il 13% dei sindaci intervistati considera prioritaria una legge per l’abolizione delle Province: per il 45% non è importante poco importante l’11%; per nulla importante perché bisognerebbe abolire altri enti inutili il 23%), per il 42% importante ma non prioritaria
La maggiore preoccupazione riguarda la perdita di centralità dei piccoli Comuni (63%), la mancanza di un interlocutore diretto (57%) senza, d’altro canto, un consistente risparmio economico per lo Stato (64%).
Il problema principale che i sindaci ritengono che dovranno affrontare è la mancanza di risorse, sia economiche (63%) sia di personale (53%), senza contare che immaginano che sarà difficile gestire a livello comunale soprattutto le funzioni tipicamente di area vasta.
Complessivamente, la metà degli intervistati ritiene che sarà difficile (e 1 su 3 molto difficile) garantire a livello comunale i servizi ora gestiti dalle Province.
E poi c’è la questione del secondo livello: il 55% degli amministratori ritiene che gli organi di governo debbano essere scelti attraverso l’elezione diretta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA