Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 04 Settembre 2013
«Abolire la Provincia, un errore»
Sertori lo dirà a Letta e Delrio
Il presidente replica all’appello Pd-Pdl sull’urgenza del dibattito sul riordino
«A Roma con un’idea forte, senza fare noi “mediazioni” con l’idea del governo»
«Non è che la Valtellina cambia, se cambiano idea a Roma: non mi risulta che le montagne si siano spianate in questi giorni, quindi le ragioni per cui difendiamo la Provincia restano valide. La direzione presa dal governo non significa che noi ci dobbiamo adeguare».
Non ha intenzione di cambiare strada, il presidente della Provincia Massimo Sertori: alla festa provinciale del Partito democratico i responsabili provinciali di Pd e Pdl hanno lanciato un appello a convocare subito il tavolo sul riordino istituzionale e a prendere atto del fatto che «la decisione sulle Province è ormai segnata», ma Sertori la pensa diversamente.
«La posizione mia e dei 30mila cittadini che hanno firmato la petizione è chiara – sottolinea il numero uno di palazzo Muzio -, per il nostro territorio è indispensabile un ente di primo livello come la Provincia, con elezione diretta affinché il presidente sia scelto dai cittadini e non dai partiti. Del Barba e Della Vedova si sono attivati per farci avere un incontro con Letta e il ministro Delrio, in quell’occasione spiegherò i motivi per cui pensiamo che l’abolizione sia un errore. Poi magari non riuscirò a convincerli, ma non si può chiedere a me di condividere un disegno che ritengo sbagliato».
E le ragioni secondo Sertori sono e restano ben chiare: «A Letta e Delrio cercherò di far capire che Sondrio e Belluno in quanto Province montane hanno specificità che le rendono diverse da tutte le altre, senza dimenticare che comunque non tutte le Province sono uguali, perché in Lombardia hanno qualcosa come 200 deleghe e in Sicilia ne avevano sei o sette, e che la nostra è una Provincia particolare, quindi non si può pensare di depotenziarla in una specie di Comunità montana». Secondo Sertori, anzi, per i territori montani bisognerebbe andare proprio nella direzione opposta: «Realtà che hanno le nostre particolarità dovrebbero avere ancora più competenze e più autonomia, non venire abolite o trasformate in enti di secondo livello».
Insomma, secondo il presidente della Provincia è necessario presentarsi a Milano e a Roma «con una posizione chiara e forte, senza fare noi delle “mediazioni” con l’idea del governo». «La politica è discussione e dialettica – dice Sertori -, Maroni ad esempio era freddo su questo tema e con lui ho discusso anche a muso duro. Fra partito e territorio io ho sempre scelto il territorio, spero che anche altri lo facciano».
E sulla questione della convocazione del tavolo istituzionale Sertori spende solo poche parole: «Sono sempre pronto a discutere, ma non per perdere tempo – dice –, a Ciapponi ricorderei che la politica e il quadro istituzionale hanno un dinamismo. Peraltro mentre lui continua a chiedere il tavolo abbiamo fatto un paio di cose come la statale e il sottopasso di Novate, mi piacerebbe ogni tanto parlare anche di queste».
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