Abbadia: «Decisione inevitabile
Aicha è pericolosa per sè e gli altri»
L’avvocato del papà commenta la sentenza del giudice sulla mamma assassina
«Non ha metabilizzato, non ha ancora intrapreso un percorso di riabilitazione»
«Con la famiglia Imberti avevamo deciso di tenere un profilo di attesa, fidandoci ciecamente del lavoro della Procura, che è stato approfondito e puntuale. Direi che la sentenza di mercoledì non è altro che il naturale sbocco dei risultati della perizia psichiatrica disposta dal giudice, che sono stati peraltro condivisi anche dai consulenti delle altre parti, accusa e difesa, nonchè dalla nostra esperta Anna Balabio».
Il giorno dopo la sentenza con la quale il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Lecco Paolo Salvatore ha assolto Aicha Colulibaly, giovane mamma ivoriana di Abbadia Lariana, dall’accusa di infanticidio per la morte del suo primogenito Nicolò, stabilendo per lei la misura di sicurezza di dieci anni in un ospedale psichiatrico giudiziario, l’avvocato Marcello Perillo, che rappresenta il papà della piccola vittima, concede alla stampa qualche commento.
«La Procura ha lavorato in modo impeccabile, il perito e i consulenti pure, arrivando a conclusioni concordi - prosegue il penalista -. Non commento la durata della misura decisa dal giudice, anche se mi pare comunque commisurata alla gravità del caso, l’uccisione di un bambino di nemmeno tre anni. Non dimentichiamo peraltro che la relazione del perito del giudice ha attestato la pericolosità sociale di Coulibaly, che è molto pericolosa per se stessa e gli altri»
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