«Ma tu hai i capelli?», Takoua spiega cosa c’è sotto il velo
Una giovanissima fumettista firma un libro divertente che racconta pregiudizi e curiosità dell’abbigliamento arabo
Takoua ha 25 anni: è tunisina, ma è anche italiana. L’11 novembre scorso è uscito “Sotto il velo”, l’ultimo esilarante fumetto sui pregiudizi riguardo le donne islamiche. Takoua racconta a “La Provincia G” come mai si è “buttata” in questa interessante impresa di spiegazione dei comportamenti degli occidentali e del mondo arabo. Takoua racconta come spesso le abbiano fatto domande strane, tipo «Ma tu hai i capelli?», oppure «Ma con il velo ci senti?».
Takoua, qual è l’obiettivo di questa tua attività di fumettista e scrittrice?
Non voglio cambiare l’opinione pubblica, ma far arrivare i messaggi di vita e persone reali. I media spesso sviano le persone semplici che non riescono ad andare oltre quello che i media stessi dicono. Il fumetto è un’arte dal linguaggio semplice, che attira tutte le fasce di età.
È un linguaggio quotidiano che può far arrivare storie di persone reali, non generiche.
A chi si rivolgono i fumetti?
Mi sono sempre confrontata con adulti, al massimo con ragazzi di medie o superiori. Anche perché sarei in difficoltà a parlare con i più piccoli. Eppure, secondo me, per loro è più normale vedere una donna con il velo.
“Sotto il velo”: da dove nasce e dove vuole arrivare?
Nasce dal fatto che spesso si sottovalutano l’aspetto intimo o l’estetica delle donne musulmane. Quando vado in un negozio per comprare l’intimo, le commesse sono sempre in difficoltà. Ma si dimenticano che sotto il velo sono anche io una persona normale.
Su La Provincia G in edicola il 29 novembre un’ampia intervista a Takoua.
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