Cronaca / Tirano e Alta valle
Sabato 21 Settembre 2024
«Siamo i Carabinieri, suo figlio ha avuto un incidente». Ma è una truffa. Nonnina derubata dei ricordi di una vita
«Buongiorno signora. Siamo i Carabinieri. Suo figlio ha avuto un incidente e ha investito una bambina. Ora lo stiamo trattenendo, ma se vuole che lo liberiamo abbiamo bisogno che paghi la cauzione». «Ma io non ho soldi qui con me. Se fate uscire mio figlio e lo portate a casa, vi paga lui». «No, lui non può uscire. Ora glielo passiamo al telefono...».
Questi alcuni spezzoni della conversazione telefonica che ha nascosto una truffa bella e buona a Tirano ai danni di una 91enne che abita nel centro storico e che, ancora oggi (la truffa è avvenuta giovedì scorso), è traumatizzata. Ci racconta come è andata, ai fini di sensibilizzare le persone su un fenomeno che sta diventando davvero dilagante in provincia e fuori provincia, il figlio dell’anziana che, per ovvio ragioni di privacy e sicurezza, preferisce restare anonima.
«Mia mamma ha ricevuto la telefonata sul numero fisso di casa alle 15, poco dopo che io e mia moglie eravamo appena usciti per andare al lavoro, il che fa pensare che ci abbiano tenuti sotto controllo – racconta il figlio dell’anziana -. Dopo aver detto che non aveva soldi, hanno passato alla mamma il presunto figlio che, piangendo, evidentemente per camuffare la voce, ha detto: “Mamma, aiutami. Paga, fa’ tutto quello che ti chiedono”. Mia madre si è fatta prendere dal panico. Le hanno detto che, se non aveva soldi, avrebbero preso oro. Magari, qui, se fosse stata più lucida, avrebbe potuto intuire l’imbroglio, ma dopo aver sentito il figlio in lacrime era disperata».
Va precisato anche che i malviventi hanno fatto di tutto per tenere l’anziana al telefono, in modo che non chiamasse la figlia o la nuora per accettarsi o informarle. A quel punto le hanno chiesto se aveva una bilancia per pesare l’oro, lei ha detto di no, poi l’hanno convinta ad andare a prendere tutti gli ori in suo possesso.
«La mamma aveva una cassettina di latta con dentro più che altri i ricordi di una vita: la vera di suo marito, una catenina, poche cose dal valore più affettivo che reale – prosegue il figlio -. Fatto sta che poi uno di loro – italiano - ha suonato il citofono, la mamma gli ha aperto e ha preso l’oro e se ne è andato dicendole sempre di restare in linea perché le avrebbero dato altri aggiornamenti sul figlio; in realtà solo per impedire che chiamasse.
Vorrei precisare che noi abitiamo in centro storico di Tirano con un bar, un ristorante, un albergo e un negozio intorno. Questo per dire che non hanno neppure paura, queste persone, di essere viste e riconosciute mentre suonano al citofono ed entrano e escono da casa». Dopo mezz’ora ancora al telefono, la nonnina finalmente è stata “liberata”, ha chiamato la figlia che, a sua volta, ha chiamato il fratello che, dall’ufficio, è corso a casa. «Ho raccontato la vicenda perché è davvero orribile quanto accaduto non tanto per il furto, quando per lo spavento per una 91enne e il senso di insicurezza che ti rimane addosso», conclude il tiranese.
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