Livigno, le accuse al comandante dei vigili. Feste tollerate durante la pandemia

Franzini avrebbe indicato agli organizzatori quando era di turno un collega intransigente

Non solo i rifiuti al centro dell’ordinanza che ha portato all’interdizione per 9 mesi dai pubblici uffici del comandante della Polizia locale di Livigno, Cristoforo Domiziano Franzini, ma una quadro generale di favori e omissioni. Come nel caso di feste organizzate durante la pandemia Covid (Livigno è stato uno dei Comuni più colpiti, ndr) che sarebbero state non solo tollerate, ma addirittura favorite dal comandante dei vigili. Altri favori riguarderebbero modifiche alle telecamere della Ztl per favorire anche in questo caso degli amici,

Dalle analisi di chat tra il comandante locale di Livigno e imprenditori della zona - contenute negli atti di accusa - emergerebbe, infatti, una “consuetudine”, quella del capo dei vigili di avvisare «amici commercianti sui turni di servizio di un suo collega integerrimo, di modo che questi potessero organizzare anche feste nei locali, malgrado vigessero le regole anti-pandemia Covid».

Per questi comportamenti la Dda di Milano ha contestato a Franzini, tra i vari reati, anche la rivelazione del segreto d’ufficio, ma il gip non ha riconosciuto sussistere quella contestazione.

«Scusa domani sera abbiamo una festa», scriveva un imprenditore al comandante dei vigili il 30 novembre 2021. Il quale sarebbe stato solito avvisare gli amici quando di turno c’era un collega particolarmente intransigente. Negli atti si legge che l’imprenditore di solito chiedeva a Franzini «le previsioni meteo» e quest’ultimo «rispondeva con emoticon: il sole per indicare che il collega severo era a riposo (e quindi la festa si sarebbe potuta fare), bufera o nuvole per indicarne invece la presenza in servizio».

A Franzini il gip ha contestato nella misura di interdizione solo i reati di smaltimento illecito di rifiuti, di falso (per alcuni verbali) e accesso abusivo a sistema informatico: in questo caso è accusato di avere «alterato il sistema di videosorveglianza della Ztl» per non far prendere multe ad imprenditori amici. La Procura lo ha indagato anche per peculato, perché si sarebbe tenuto dei beni da smaltire, tra cui flaconcini di profumo, pomate, un ombrello e altro. E per corruzione, perché in cambio dei favori si sarebbe fatto pagare con pranzi e generi alimentari. tra cui un violino di cervo.

Da parte degli indagati, ieri, non è stato possibile raccogliere alcun punto di vista. S.Zam.

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