Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 25 Maggio 2022
Morta a 48 anni
«Il suo grido d’allarme
non è stato ascoltato»
Ardenno Mamma di due figli trovata senza vita in casa Il suo avvocato: «Da anni denunciava le violenze Ma il convivente aggressivo è sempre rimasto libero»
Era la fine di ottobre 2020 quando ad Ardenno Sabrina, una mamma di 46 anni, tentò di togliersi la vita aprendo il gas dentro casa, dove c’erano anche i due figlioletti. Il tentativo fu talmente maldestro che non riuscì, e il gesto fu interpretato più che altro come una disperata richiesta di attenzione.
Un grido d’allarme - denuncia ora il legale della donna - che non è stato ascoltato a dovere. Tanto che Sabrina pochi giorni fa è stata trovata morta, nella cantina della sua casa. Con tutta probabilità un gesto volontario, che l’autopsia fissata domani potrà eventualmente confermare.
La segnalazione
Secondo il legale Valentina Baruffi di Sondrio quella drammatica notte di due anni fa con quel gesto (per il quale è stata indagata) Sabrina voleva denunciare i maltrattamenti, le botte, gli abusi sessuali subiti per mano del convivente (non il padre dei suoi figli), un uomo molto violento e possessivo che lei avrebbe voluto lasciare, ma senza trovarne la forza per farlo.
«Dopo che presentammo formalmente la denuncia non è mai stato attivato il “Codice rosso” (la legge che tutela le donne dalle violenze e che prevede tempi molto serrati, ndr). Fu ascoltata la prima volta dopo un anno dalla denuncia, anziché entro tre giorni come previsto dalla legge - spiega il legale -. Più volte scrisse ai magistrati per sollecitare un loro intervento. Ma nei confronti di quell’individuo aggressivo non è stato adottato alcun provvedimento. Era indagato in stato di libertà: tante volte il mio studio ha chiesto misure restrittive. Inutilmente. Lei aveva tanta paura, è stata costretta a cambiare casa, abitudini e amicizie».
«Subito dopo la tragica fine di Sabrina - racconta l’avvocato - il procuratore di Sondrio Piero Basilone mi ha ricevuto e ascoltato per oltre un’ora, dimostrandomi grande sensibilità. Mi ha detto che avrebbe sollecitato una definizione celere ma attenta di tutti i procedimenti in cui la donna era parte offesa o indagata, in questo caso per la sola vicenda avvenuta due anni fa».
Ora, dopo la tragedia, le indagini sui maltrattamenti e le violenze hanno avuto un nuovo impulso, tanto che gli uomini della Squadra Mobile della Questura hanno ascoltato i vicini di casa, testimoni delle violenze subite in passato. Pare che qualcuno abbia riferito di violenze che la donna aveva subìto la notte precedente il tentato suicidio.
I fascicoli
«I procedimenti sono stati riuniti - spiega il procuratore Piero Basilone - e ora ce ne occupiamo direttamente io e la collega Elvira Antonelli, che fa parte del pool costituito per occuparsi innanzitutto dei reati contro le donne. E contiamo di arrivare in poche settimane a una definizione degli stessi».
Non è escluso che a far precipitare la situazione sino al gesto disperato sia stata la notizia, ventilata a Sabrina dagli assistenti sociali, che i due bimbi - dal novembre del 2020 ospiti di una comunità protetta - sarebbero stati dati in affidamento a due diverse famiglie.
Susanna Zambon
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