Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 08 Febbraio 2019
Costa , Sindaci contro l’ipotesi moschea
«Pronti a fare muro in Regione»
Garbagnate Monastero e Lambrugo temono le ripercussioni sul traffico
Nel mirino anche le dimensioni e il cambio di destinazione urbanistica da agricola a culto
Si allarga il fronte del no all’ipotesi del Comune di Costa Masnaga di realizzare una nuova moschea ai margini della Ss 36. I sindaci di Garbagnate Monastero, Sergio Ravasi, e di Lambrugo, Giuseppe Costanzo, (ma non sarebbero gli unici a mostrare contrarietà al progetto) hanno infatti presentato in Regione una serie di osservazioni al Piano di governo del territorio approvato dal consiglio comunale masnaghese lo scorso 22 ottobre. E anche la Regione starebbe preparando le sue, come è stato anticipato ai tecnici comunali in occasione di un incontro proprio sul tema.
No alla delocalizzazione
Si legge: «Osservazioni al Piano delle attrezzature religiose adottato con particolare riguardo alla disciplina relativa all’attuale sede dell’Associazione islamica “La Speranza” e alla previsione di delocalizzarla – continua – I Comuni firmatari manifestano le loro preoccupazioni per la dimensione, il posizionamento e l’ampliamento dell’ipotizzato luogo di culto. Ciò in ragione degli effetti che tali previsioni potrebbero avere sul territorio in termini di afflusso di persone dalle province di Como, Lecco e Monza Brianza, sia a livello viabilistico per una localizzazione a ridosso della Ss 36, sia per la gestione dell’ordine pubblico».
La tesi di Ravasi: «Capisco che vogliano spostare dal centro la moschea, ma questa è la scelta peggiore – attacca – Non è una questione di valenza comunale, ma sovracomunale, perché va a impattare su tutti i Comuni del circondario. Una moschea nei pressi della Ss 36 e della Sp342 quali problemi di traffico andrà a creare? Basti pensare a un venerdì di preghiera, quando oltre al traffico già intenso della Milano-Lecco si andrebbe a sommare quello dei fedeli. Avremmo gradito se, prima di ipotizzare un progetto di questo tipo, avessero aperto un tavolo di discussione con gli altri Comuni».
Parole a cui fanno eco quelle di Costanzo: «Hanno tentato di coinvolgerci solo tre giorni dopo aver approvato il Pgt – precisa – Avrebbero potuto aprire un tavolo informale in precedenza. Facciano pure la loro moschea, ma senza creare problemi sociali e di sicurezza agli altri».
Rilancia Ravasi: «Nel Piano presentato viene prevista anche la sanatoria per l’attuale moschea di via Cadorna – conferma – Ossia, prevedono che sia ammesso il cambio di destinazione dell’attuale sede dell’associazione “La Speranza” a luogo di culto, cosa che oggi non è ammessa. Chi ci dice che poi non usufruiscano di entrambe le moschee? Quella attuale, che verrebbe sanata, e quella che vogliono costruire? La legge prevede di razionalizzare e pianificare l’edificazione di luoghi di culto sulla base delle esigenze locali, non certo quella di legittimare sanatorie di situazioni abusive in essere».
Un bacino molto ampio
La moschea verrebbe realizzata in un’area con destinazione agricola (come previsto nel Piano territoriale di coordinamento provinciale) di 4.908 metri quadrati, mentre il luogo di culto vero e proprio sarebbe di 576,18 metri quadrati (superficie quest’ultima dell’attuale sede di via Cadorna). «Non c’è un dato certo sulla presenza di residenti di fede islamica, ma è ragionevole immaginare che gli stessi siano da individuarsi tra i circa 250 cittadini extracomunitari di Costa – continua Ravasi – Se già le dimensioni dell’attuale sede lasciano immaginare un afflusso di fedeli anche da altri Comuni, non c’è dubbio sulla valenza sovracomunale di fronte alla previsione di un’area di ben 4.908 metri quadrati. Il loro intento è quello di soddisfare un bacino d’utenza che travalica l’esigenza locale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA